Non fare,
lotta per non lottare, assapora l’insipido, reputa importante il piccolo,
fai tanto con poco,
ripaga l’inimicizia con la virtù,
preparati alle difficoltà quando è ancora facile,
e al grande quando è ancora piccolo.
Lao – Tzu (600 a.C.)
Un apparente dicotomia. Non fare, ma preparati.
Lotta per non lottare. Di fatto sicuramente non subire.
Reputa importante il piccolo.
C'è da farsi venire un attacco d'ansia, prima e durante.
Ma in verità se possiamo fare qualcosa è inutile nasconderci.
Gli attacchi, le sostituzioni, le competizioni, i conflitti fanno paura.
Ma ciò che non affrontiamo, senza occuparcene, diventa grande.
Dunque qual è il modo giusto?
Come sempre. Respirare, far entrare aria per impedirci di partire di capoccia come dicono i romani, di "acting out" come dicono gli americani, di fare una scen(m)ata.
Lede la nostra credibilità, senza lasciar vedere cosa c'è di giusto nel nostro punto di vista, perché il "modo" in cui lo stiamo esternando è, di fatto, errato.
Le chiavi di letture di questo brano sono tante.
Io ad es. ci vedo anche l'opportunità di studiare le lingue o quello che ti piace, di restare attivi durante i periodi in cui si cerca lavoro.
Esercitarsi sul modo di cercare, sull'archiviare ciò che abbiamo inviato e a chi, con quale tipo di personalizzazione, quando.
Acquisiamo competenze mantenendoci attivi e non passivi, usando il fare anche come peso contrario al cadere in depressione.
Quando ti sembra che c'è niente che tu possa fare, chiediti cosa puoi fare invece?
Comincia di là.
Se proprio non ti viene in mente niente, prova a dipingere la soluzione, a disegnarla, a crearla con i lego.
Chiedi ad un professionista di affiancarti.
Anche pochi colloqui possono essere estremamente utili per un orientamento e comprendere cosa stai già facendo e cosa potresti fare invece.
Rimboccarsi le maniche si dice...forse proprio perché la soluzione puoi trovarla nel fare, nelle tue mani.