Incontriamo tante persone e siamo costretti al contatto da circostanze lavorative o semplicemente negli spostamenti in auto, bus e metro.
Persone inconsapevoli delle loro invasioni barbariche, siano fisiche, tattili, uditive, olfattive etc.
La rabbia scatta in automatico, ma è un macigno ingombrante che resta a noi gestire, cercando di non fare piazzate, scenate che hanno un effetto liberatorio forse al momento, ma con effetti pericolosi a seconda di dove siamo.
Ogni luogo e persona ha la sua soglia di pericolo.
Urlatori in spiaggia deserte, prepotenti ingiuriosi al volante, masticatori di chewing gum ad un concerto di classica o in fila alle poste, proprio dentro l'orecchio tuo, e finanche tagliatori di unghie con tronchesi sui mezzi pubblici.
Persone che ci fanno perdere tempo ed energie con la loro apparente gentilezza, nei fatti tagliente aggressiva e cafona.
Non c'è luogo dove la nostra pace interiore ed esteriore non sia messa a durissima prova.
Cosa fare?
Fight or Flight? Combattere o fuggire?
La risposta di lotta o fuga è una reazione fisiologica che si verifica in risposta a un evento percepito nocivo, ad un attacco, o una minaccia per la sopravvivenza descritta per la prima volta da Walter Bradford Cannon.
La rabbia è nostra, anche se la maleducazione è di un altro.
La rabbia resta a noi, la maleducazione a lui/lei.
Come gestirla e tornare Zen?
1. Meditare, la meditazione calma la mente e si rivela molto efficace soprattutto con quella rabbia che ci viene nel traffico. Ci vogliamo tutti più bene, e siamo più gentili.
2. Picchiare si, alzate la voce pure, ma a casa, su un bel cuscino o in palestra con un istruttore di kick boxing. Così la rabbia invece di farci male ed implodere dentro, risulta un incentivo in più per tornare in forma.
3. Contare per calmarsi giusto quei pochi secondi in cui il sangue re-inizia a circolare nel cervello, e siamo salvi da scatti fisici di rabbia.
4. Ridere. Se ti sembra troppo facile contare da 1 a dieci, scegli una moltiplicazione, come Massimo Troisi in Non ci resta che piangere "Ma nove per nove farà mai ottantuno?" così ti viene anche da ridere e la rabbia è sgonfiata.
Ognuno può trovare il suo modo, chi ha difficoltà con le moltiplicazioni in effetti potrebbe trovarsi concentrato perché, non lo so qual è la percentuale, ma le tabelline c'era chi non le sapeva da piccolo, figuriamoci ora, dopo venti o trent'anni.
5. Fai appello al tuo intelletto e chiediti:
Cosa vuoi dimostrare, e a chi, perché ?
Porta via tempo e troppe energia.
Certo, ci sono persone che trovano erotico lo scontro e non se ne possono privare, come alcuni di noi con la Nutella o l'outlet ai saldi.
Capisco in effetti ha il pregio di avere la sua prosecuzione in testa vostra, dove il discorso può concludersi con un numero a scelta di variabili pressoché infinite
Capisco che sei una imbecille, idiota, cretino/a, cafone/a, arrampicatrice, frustrato/a, femmina, maschio. Insomma. Mica gli state dicendo cos'è che capite. A cosa state dicendo si.
Non a lei/lui, ma all'opinione che vi sta aiutando a delineare di lei/lui.
Può funzionare specie con quelle proprietarie di vocine melensamente acide, che mentre "Oh cara, che piacere" vi stanno togliendo la sedia da sotto il sedere.
9. Attenzione al tono. Se ad un apparente gentilezza rispondi con astio, il tono avrebbe lo stesso identico effetto di urlare su quel faccino pezzotto (leggi: falso) una serie di improperi all'indirizzo dell'intera stirpe genitrice.
E questo non si può fare, specie se la serpe è una serpe lavorativa, non la possiamo gestire come in strada, con gente che non rivediamo più.
10. Se i punti precedenti non ti hanno fermato dall'intento di voler avere ragione del torti subiti, ci sarebbe la strada dell'assertività, da percorrere quando siamo interessati a mantenere la relazione ed in effetti convinti esista anche una sola possibilità che il confronto possa servire.
Se una cosa importante hai bisogno che ti venga spiegata, probabilmente non la capirai mai. Carofiglio
Per lo stesso motivo del sopracitato Carofiglio, non è perseguibile il " ti insegno io l'educazione" visto che qualcun altro avrebbe dovuto farlo decenni prima e non ci è riuscito o non ha voluto.
Sarebbe uno spreco di energie, tempo, dialettica, cercare di educare chi alla ragione e all'educazione non lo è stato da piccolo/a.
Persone inconsapevoli delle loro invasioni barbariche, siano fisiche, tattili, uditive, olfattive etc.
La rabbia scatta in automatico, ma è un macigno ingombrante che resta a noi gestire, cercando di non fare piazzate, scenate che hanno un effetto liberatorio forse al momento, ma con effetti pericolosi a seconda di dove siamo.
Ogni luogo e persona ha la sua soglia di pericolo.
Urlatori in spiaggia deserte, prepotenti ingiuriosi al volante, masticatori di chewing gum ad un concerto di classica o in fila alle poste, proprio dentro l'orecchio tuo, e finanche tagliatori di unghie con tronchesi sui mezzi pubblici.
Persone che ci fanno perdere tempo ed energie con la loro apparente gentilezza, nei fatti tagliente aggressiva e cafona.
Non c'è luogo dove la nostra pace interiore ed esteriore non sia messa a durissima prova.
Cosa fare?
Fight or Flight? Combattere o fuggire?
La risposta di lotta o fuga è una reazione fisiologica che si verifica in risposta a un evento percepito nocivo, ad un attacco, o una minaccia per la sopravvivenza descritta per la prima volta da Walter Bradford Cannon.
La rabbia è nostra, anche se la maleducazione è di un altro.
La rabbia resta a noi, la maleducazione a lui/lei.
Come gestirla e tornare Zen?
1. Meditare, la meditazione calma la mente e si rivela molto efficace soprattutto con quella rabbia che ci viene nel traffico. Ci vogliamo tutti più bene, e siamo più gentili.
2. Picchiare si, alzate la voce pure, ma a casa, su un bel cuscino o in palestra con un istruttore di kick boxing. Così la rabbia invece di farci male ed implodere dentro, risulta un incentivo in più per tornare in forma.
3. Contare per calmarsi giusto quei pochi secondi in cui il sangue re-inizia a circolare nel cervello, e siamo salvi da scatti fisici di rabbia.
4. Ridere. Se ti sembra troppo facile contare da 1 a dieci, scegli una moltiplicazione, come Massimo Troisi in Non ci resta che piangere "Ma nove per nove farà mai ottantuno?" così ti viene anche da ridere e la rabbia è sgonfiata.
Ognuno può trovare il suo modo, chi ha difficoltà con le moltiplicazioni in effetti potrebbe trovarsi concentrato perché, non lo so qual è la percentuale, ma le tabelline c'era chi non le sapeva da piccolo, figuriamoci ora, dopo venti o trent'anni.
5. Fai appello al tuo intelletto e chiediti:
vieni pagato litigare con tutti i fessi che incontri?
Cosa vuoi dimostrare, e a chi, perché ?
Porta via tempo e troppe energia.
Certo, ci sono persone che trovano erotico lo scontro e non se ne possono privare, come alcuni di noi con la Nutella o l'outlet ai saldi.
Persone con il gusto strano di godere a litigare.
Desistere è un opportunità persa di provare piacere e cercare di recuperare quella forza e sicurezza, superiorità che, in fondo, non sentono di avere.
Il tuo caso potrebbe però essere proprio l'opposto, se ti dai del fesso perché lasci stare troppo, sempre, in qualunque situazione anche quando ti prendono a calci reali e/o metaforici, quando sei diventato il signor Malaussène, di professione capro espiatorio ma senza retribuzione.
6. Altri validi motivi per evitare la discussione con un idiota, è che la sua è una competenza acquisita negli anni, per cui può essere anche fonte di ulteriore frustrazione:
7. Anche il silenzio è un opzione.
Ricorda che il silenzio a volte e' la migliore risposta. Dalai Lama
8. Dare ragione all'altro. La ragione se la prendono i fessi. Ovvero loro.
Rispondete "si, si, certo, capisco".
Il tuo caso potrebbe però essere proprio l'opposto, se ti dai del fesso perché lasci stare troppo, sempre, in qualunque situazione anche quando ti prendono a calci reali e/o metaforici, quando sei diventato il signor Malaussène, di professione capro espiatorio ma senza retribuzione.
6. Altri validi motivi per evitare la discussione con un idiota, è che la sua è una competenza acquisita negli anni, per cui può essere anche fonte di ulteriore frustrazione:
Mai discutere con un idiota, ti trascina al suo livello e ti batte con l'esperienza. Oscar Wilde
7. Anche il silenzio è un opzione.
Ricorda che il silenzio a volte e' la migliore risposta. Dalai Lama
8. Dare ragione all'altro. La ragione se la prendono i fessi. Ovvero loro.
Rispondete "si, si, certo, capisco".
Capisco in effetti ha il pregio di avere la sua prosecuzione in testa vostra, dove il discorso può concludersi con un numero a scelta di variabili pressoché infinite
Capisco che sei una imbecille, idiota, cretino/a, cafone/a, arrampicatrice, frustrato/a, femmina, maschio. Insomma. Mica gli state dicendo cos'è che capite. A cosa state dicendo si.
Non a lei/lui, ma all'opinione che vi sta aiutando a delineare di lei/lui.
Può funzionare specie con quelle proprietarie di vocine melensamente acide, che mentre "Oh cara, che piacere" vi stanno togliendo la sedia da sotto il sedere.
9. Attenzione al tono. Se ad un apparente gentilezza rispondi con astio, il tono avrebbe lo stesso identico effetto di urlare su quel faccino pezzotto (leggi: falso) una serie di improperi all'indirizzo dell'intera stirpe genitrice.
E questo non si può fare, specie se la serpe è una serpe lavorativa, non la possiamo gestire come in strada, con gente che non rivediamo più.
10. Se i punti precedenti non ti hanno fermato dall'intento di voler avere ragione del torti subiti, ci sarebbe la strada dell'assertività, da percorrere quando siamo interessati a mantenere la relazione ed in effetti convinti esista anche una sola possibilità che il confronto possa servire.
Se una cosa importante hai bisogno che ti venga spiegata, probabilmente non la capirai mai. Carofiglio
Per lo stesso motivo del sopracitato Carofiglio, non è perseguibile il " ti insegno io l'educazione" visto che qualcun altro avrebbe dovuto farlo decenni prima e non ci è riuscito o non ha voluto.
Sarebbe uno spreco di energie, tempo, dialettica, cercare di educare chi alla ragione e all'educazione non lo è stato da piccolo/a.
Sei arrivato alla fine di questo elenco, ti ha fatto sorridere, accigliare, se ti sei rivisto qui e lì, ti trovi spesso a rimuginare, il dialogo interiore ti distrugge e quello esteriore rischia di distruggere le relazioni, hai paura che un giorno vicino scoppierai e parlerai con la voce dell'esorcista, puoi frequentare un laboratorio per la gestione della rabbia - o rivolgerti ad un professionista per parlarne e trasformarla.