Un percorso di personal branding mette in luce punti di forza e di debolezza.
Alcuni di noi sono più bravi ad elencare i primi, altri i secondi.
La verità è che entrambi sono necessari per progredire.
Ad esempio quando ci focalizziamo solo sui punti di
debolezza - che io preferisco definire possibili opportunità di miglioramento, potremmo
sentirci sconfitti, poco interessanti, senza speranze.
Potremmo essere molto arrabbiati con noi stessi e perdere
energie in questa rabbia, che invece potremmo impegnare al miglioramento.
Ti racconto cosa mi è appena successo.
Scopro di aver lasciato uno dei miei siti per mesi quasi in bozza,
rendendone impossibile la corretta navigazione, nonché la lettura di tutti i
post pubblicati.
Comincio a lavorare per correggere ed intanto mando al mio
indirizzo una serie di rimproveri:
“Come hai potuto?”
“Proprio tu!”
“Come al solito non finisci mai le cose”.
Ed intanto che il disco dei rimproveri continuava, mettevo a
posto, cercando di risolvere e recuperare l’errore, anche se c’è stato almeno
per tre mesi tre.
Poi improvvisamente ricordo.
Cosa mi ha impedito di terminare.
Un’operazione dolorosa e difficile, e la precedente e poi
conseguente possibilità di poter vedere, tenere un occhio aperto, stare al pc.
Lo avevo completamente cancellato.
Mi sono criticata senza ricordarmi le difficoltà non solo
fisiche di questi mesi.
I punti di debolezza non sono scuse, ma devi impedire in
primo luogo a te stess* di essere un persecutore.
Devi consentirti di vedere con chiarezza cosa c’è di buono e
cosa puoi migliorare, quando.
Riconoscere le difficoltà e come le hai superati.
Di lì esce un quadro più obiettivo che può servirti ad
apprezzarti per ciò che già sei e sai.