Sono brava e veloce a scegliere?
Spesso sì.
Questa cosa mi ha aiutata, ad esempio quando mi si è offerta la possibilità di lavorare a N.Y, bellissimo, dirai.
Ancora bellissimo se la scadenza per decidere va dalla sera alla mattina successiva?
Ovviamente sono rimasta sveglia la notte ad immaginare alternative e conseguenze di scelte con un oceano atlantico in mezzo.
Quindi so di saper scegliere, ma ciò nonostante ci sono volte in cui fiuto la scelta esatta, ma tardo a metterla in pratica.
Perché scegliere significa anche scartare, rinunciare ed anche preferire.Qui la cosa si complica, perché entra in mezzo il paragone, ed io lo faccio tanto quanto odio farlo, il paragonare.
Poter scartare implica poter essere scartata.
Poter scegliere implica il non venire scelti.
Se non ci importa nulla, va bene.
O forse neanche, perché l'orgoglio e l'autostima si domandano e domandano e domandano ancora il perché di quell'esclusione.
Se siamo noi ad escludere, ci domandiamo ancora ed ancora se è giusto.
La riflessione sulle scelte mi si è riattivata, come spesso accade, nella mia meditazione creativa quotidiana, ovvero il disegno, sul tema proposto dalla challenge di #inktober: scrape.
Graffio.
E dunque taglio. Perciò è stata immediata l'associazione ai tagli di Fontana.
Una trasformazione di tagli in arte, in spazio, in memoria collettiva.Dacci un taglio.
Decidere dal latino de + cædo “ taglio” .
Tuttavia cædo vuole dire anche: uccido, massacro, abbatto, distruggo, spezzo, sacrifico, percuoto, batto, urto, rompo, vìolo, violento, sgozzo, flagello.
[...] nella memoria del sostantivo decisione, memoria di cui ci accorgiamo anche se non ne siamo consapevoli, c’è un contenuto molto violento.
Si dice: è una decisione terribile.
Il sostantivo decisione è affine per significato a scelta.
Deriva dal latino e-lego verbo che letteralmente vuol dire traggo da, raccolgo, scelgo con competenza, eleggo, nomino.
Quando scelgo il riflettore è puntato sul risultato;