Da sempre credo sia essenziale avere uno specchio di qualcuno che ci restituisca cose che non riusciamo a vedere da soli.
Sia perché sono lì da così tanto tempo, non ci facciamo caso neanche.
Sono scontate.
Questo vale anche per i punti di forza, per le nostre qualità .
Forse meno per i punti deboli, perché siamo abituati a crocifiggerci col cilicio.
Non tutti, certo, ma tanti.
Ma quando lavoriamo duramente, arriva un momento in cui davvero abbiamo bisogno di capire come stiamo facendo.
Bene, male, cosa dovremmo cambiare?
I punti deboli possiamo ignorarli o possiamo trasformarli?
O addirittura i punti deboli potrebbero essere IL nostro punto di unicità ?
A questo ho pensato ascoltando Alberto Angela parlare della Torre di Pisa, icona mondiale proprio per essere inclinata.
L'altro esempio è un piccolo pezzetto di casa riposizionabile, il post-it.
Sapevi che sono nati per un clamoroso errore?
Si cercava una colla super potente, ma nella realtà non riusciva neanche a tenere dei leggeri pezzetti di carta.
Dopo dieci anni da quello che era stato archiviato come un fallimento dal suo inventore, Silver, si comprese come poteva essere usata quella colla che non incollava.
Nacquero così i foglietti riposizionabili che tutti usiamo, ed anche io, proprio nella fase della SWOT personale, nel percorso di personal branding creativo esperienziale.
Il risultato è avvicinarci a quello che ci fa paura, i nostri difetti, come ad un gioco, come a qualcosa che, volendo possiamo modificare, o in caso contrario, ignorare.
Ma sempre passando dalla conoscenza.
Se non vediamo cosa si potrebbe migliorare, non c'è nulla di possibile da migliorare.
Partire dai punti di forza mi consente di usarli come base di autostima, come leva per poter cambiare ciò che posso vedere come punto debole per arrivare all'obiettivo desiderato.
Se i tuoi punti deboli sono motivo di frustrazione e scoraggiamento, la prossima volta pensa ai post it.