C'è un modo giusto o sbagliato?
Intanto il primo passo è riconoscere ed autorizzarsi la propria reazione.
Mi è successo da pochissimo, a livello più personale.
Mi sono guardata, mi sono interrogata ed ho cercato di comprendere come stessi elaborando il mio lutto.
Dovevo darmi più da fare? Riuscivo ad uscire dalla bolla di incredulità e stordimento?
Stavo reagendo male o bene, stavo negando, evitando o facendo cosa?
Me la stavo raccontando?
Stavo (Sto) per crollare e non me ne accorgo?
Questo è un lutto sia personale che globale e collettivo allo stesso tempo.
Condividiamo sì l'evento, ma proprio come in una famiglia in cui ognuno vive il lutto a modo suo e non esiste criticare se stessi o l'altro per come sta reagendo, così questo evento globale.
Faccio questa premessa perché mi è piaciuta molto questa grafica (in basso ) che mio fratello dalla Spagna mi ha inviato e chiesto di tradurla, ma su una cosa non sono d'accordo ed ho messo al suo posto uno dei miei soliti gatti.
La grafica originale dice "chi voglio essere" durante il COVID 19.
Dire chi VOGLIO essere vuol dire sforzarsi ad essere altro da sé, e va bene certo cercare il miglioramento sempre.
Ma.
Ogni miglioramento passa per una fase necessaria che è L'ACCETTAZIONE di come mi sento, ed ancora prima devo riuscire a RICONOSCERE come mi sento.
Dire chi VOGLIO essere vuole dire affermare che non vado bene così come sono.
“Esiste un curioso paradosso: quando mi accetto così come sono, allora posso cambiare.” Carl Rogers.
L'unico peso che puoi risparmiarti ora è di criticarti perché stai male, o non stai reagendo come credevi di poter reagire.
Qualunque sia la tua situazione, non sei solo/a.
Ci sono tanti professionisti che offrono il loro aiuto in questo momento, così come io stessa sto cercando proprio con i miei talenti e la mia possibilità di poter essere utile.
Se la modalità artistica ti piace, guarda nel mio altro blog e/o nel mio profilo Fb sto pubblicando dei brevi video di qq- quotidiana quarantena - in cui propongo letture e spunti per vivere anche questo tempo.
Perché non è sospeso, anche questo fa parte del nostro tempo e farà parte della nostra storia, personale e collettiva.
Non è proprio possibile cercare di ignorare, ma viverlo al meglio, al nostro meglio.
Nota:
Come sempre tengo e credo a riconoscere i meriti di chi crea qualcosa.
Ho trovato due fonti, perciò le riporto entrambe.
Puoi condividere anche il mio adattamento dove vuoi.