La comunicazione non è solo COSA dici, ma tanto tanto di più sta in COME lo dici.
IL CONTENUTO espresso attraverso il nostro Verbale, ovvero le parole costituisce solo il 7% della nostra comunicazione. Come?
Già il resto passa dal NON verbale attraverso la voce ( timbro, tono, ritmo, accento, sospiri, pause, silenzi) ed il corpo (la postura, i movimenti, la posizione del corpo nello spazio).
Ciò che dici e come lo dici racconta anche le tue emozioni, e informa l’altro se tu sei arrabbiato, o sicuro di te, agitato, e così via.
E’ il motivo per cui la comunicazione scritta, incluso i messaggi wup siano così suscettibili di (cattiva)interpretazione, per questo sono stati inventati gli emoticons, la faccine, per cercare di informare l’altro sulle parti mancanti della comunicazione scritta.
E' il motivo per cui leggiamo un commento o una richiesta su un social, andiamo a vedere che faccia ha, per avere più elementi sul come interpretare il mero contenuto del messaggio.
La foto dice tanto di noi, guarda questo collage che ho creato di me.
La stessa persona, ma ogni immagine riflette e rimanda uno stile diverso.
Romantica, semplice o truccatissima, secchiona, creativa, ragazzina etc.
Dunque il tuo abbigliamento, le tue foto, ciò che condividi, fa parte del tuo brand.
On line e off line.
Cosi' cosa dici e COME lo dici, fa parte del tuo brand.
Costituisce il tuo TONE OF VOICE.
Come ti connetti col tuo pubblico?
Cosa passa di te dalla tua comunicazione, rispecchia la tua personalità e professionalità?
La tua preparazione, la tua capacità di rispondere ad un bisogno del tuo pubblico?
Sei riconoscibile per quel tuo modo di comunicare?
(Vieni di conseguenza ricordato, scelto o scartato proprio per quel tuo modo di comunicare?)
E’ una riflessione importante, che in questo momento io stessa mi sto facendo, perché amo da sempre ogni elemento visivo, amo sperimentare, cambiare e disegnare, soprattutto gatti, che spesso utilizzo per comunicare.
Ma: i continui cambiamenti mi rendono comunque riconoscibile?
Ma: i gatti sono troppo “giocosi” forse per affermare la mia preparazione?
Certamente esprimono quella parte di me giocosa, ma meno per esempio l’empatia o l’amorevolezza, l’accoglienza, la professionalità.
Vediamo alcuni tratti TOV essenziali per un brand.
1. Fiducioso
Parlare con sicurezza, positività ed ottimismo, accettare le sfide e trasmettere un atteggiamento fiducioso. Il MA di questo TOV è la linea sottile tra competenza e arroganza.
2. Informativo
L'obiettivo con un TOV informativo è principalmente creare un senso di fiducia e competenza con il tuo pubblico. Il rischio è di cadere nel noioso, verboso, in tecnicismi difficili da comprendere.
3. Giocoso
Un linguaggio energico, leggero e divertente persino, che può essere giusto se sei orientato ai giovani ad esempio. Qui il MA è credersi divertenti senza riuscire ad esserlo, non sembrare sufficientemente credibili, autorevoli, affidabili perché troppo giocoso.
4. Sofisticato
Un linguaggio formale per comunicare professionalità, autorevolezza e rispetto verso il tuo pubblico.
Il rischio è di sembrare inaccessibile, rigido (o anche wannabe. Vorrei ma non posso).
5. Fantasioso
Per chi si concentra su creatività, scoperta e invenzione, questo tono può aiutare a stabilire connessioni personali e stimolanti con il proprio target. Tipo metafore avvincenti e messaggi aspirazionali, come il "Think Different" di Apple. Il MA anche qui è di apparire fumosi e poco concreti.
6. Curioso
E' il tono di chi non afferma come un esperto ma domanda, per stimolare il coinvolgimento.
Chiedi, ma se lo fai soprattutto ASCOLTA davvero la risposta.
Se vuoi un parere, un feedback, fallo con rispetto e con vero interesse, rispondi sempre e ringrazia davvero anche quando la risposta è una critica (costruttiva) o un no.
Fai domande ma senza pretendere risposte.
Altrimenti potrai risultare molto brusco e maleducato, finanche quando non era tua intenzione.
Questo tono sceglilo se è davvero nel tuo interesse ascoltare, altrimenti striderai come una corda di violino mal suonata.
7. Apertura- Amichevolezza
No ho mai dimenticato una raccomandazione di una responsabile formazione, prima di affidami un aula: you’re friendly but you’re not their friend. (sei amichevole, ma non sei loro amica).
Quindi anche qui, se il TOV ti rispecchia nel profondo, se non è una forzatura per te, non apparirà una forzatura.
Va bene essere ottimista, aperto ed in ascolto delle esigenze del tuo pubblico, ringraziare sempre per il loro tempo ed opinioni, anticipare i desideri e creare connessioni emotive.
Il rischio è di passare per manipolabile, ingenuo - o peggio, non autentico.
Non è un tono da preferire inoltre se preferisci mantenere una distanza con le persone.
8. Compassionevole
Essere compassionevoli significa essere orientati alla connessione, incentrati sulle persone e attenti alle esigenze e ai desideri del pubblico. Significa pensare oltre una un messaggio informativo o un'identità visiva interessante e verso un futuro più sostenibile ed ispiratore.
Alla fine, la costruzione di un brand dovrebbe riguardare una necessità o un desiderio insoddisfatti. Ci vuole compassione e comprensione per farlo.
Non è una lista completa (i punti da 1 a 8 li ho tratti, tradotti e liberamente adattati dal sito trollback.com ), c'è chi per esempio viene riconosciuto proprio per la sua prepotenza, o arroganza o maleducazione, mi viene in mente un famoso critico d'arte.
Per me sarebbe sfiancante comportarmi così.
Però è essenziale comprendere - sia che io abbia clienti di fronte a me, o collaboratori -quale è il mio TOV reale e percepito.
Per esempio posso credere di essere amichevole e cadere in atteggiamenti di superiorità; posso credere di essere autorevole ed invece le persone non si fidano di me; posso presentarmi come esperto di comunicazione ed i miei scritti sono pieni di refusi; posso voler essere sofisticato e mi fotografo in maglia di salute.
E soprattutto, sii consapevole del tuo TOV nei social.
Puoi aver curato la tua comunicazione in un profilo o sul tuo sito, ma poi commenti con aggressività, senza rispetto, insulti.
Ricordo un cliente con un meraviglioso Hotel, che non riusciva a prendere due passi d'aria prima di rispondere alle critiche su tripadvisor.
Non dico che avesse torto, ma aveva torto nella modalità di risposta, che a quel punto contraddiceva totalmente la bellezza della struttura e i tanti servizi (ben) offerti.
Altri clienti leggeranno quei commenti.
Puoi argomentare ad una critica, e più saprai farlo, più mi fiderò di te, perché gli errori possono capitare a tutti; chi legge si farà una sua idea, non solo del servizio che offri ma di come lo offri, di come sarai disponibile o indisponibile a comprendere e discernere tra una richiesta legittima e un pretesto d'attacco.
Allo stesso modo, in questi giorni, frequentando forum di colleghi e dintorni, mi chiedevo.
Ma se un cliente sta cercando una persona che possa accompagnarlo, sostenerlo, ascoltarlo in un momento della vita, secondo te chi sceglierà?
Io mi aiuto nella scelta di un Hotel anche per le risposte della direzione.
Mi faccio idee sull'accoglienza e professionalità di colleghi dalle loro risposte, dalla modalità garbata od invadente di promuovere la loro attività.
Il modo in cui comunichi parla di te, non dell'altro.
Chiudo con una frase di Wayne Dyer e se ti va, mi fa piacere sapere cosa ne pensi.