L' orgoglio è il premio emotivo per un successo ottenuto.
Non è un vizio da sradicare, ma un valore da raggiungere.
Da " I sei pilastri dell'autostima" di Branden.
Quante volte non ci sentiamo autorizzati e non siamo stati autorizzati a sentirci orgogliosi di un nostro successo?
Ogni volta che consentiamo di minimizzare un nostro successo stiamo diminuendo la nostra autostima.
Ci sono cose che la fanno aumentare e cose che la diminuiscono.
Quando siamo contenti di noi stessi, ricordiamoci di esserne orgogliosi.
Scommetto che anche tu avrai detto per esempio in un colloquio di lavoro, che devono essere gli altri a dire in cosa sei bravo.
Certo, anche.
Ma tu, di cosa ti senti contento di te?
Il confronto va bene, con gli altri, con i dati di realtà , con i più e meno bravi, però per favore, Branden lo dice benissimo, possiamo gioire per un nostro successo senza doverci per forza punire?
Possiamo anche noi dire, oltre agli altri, di trovarci bravi?
Senza doverci criticare di essere presuntuosi?
Così quei mattoncini di autostima li buttiamo giù subito, senza mai dare il tempo a sufficienza di sentirci più solidi e sicuri dentro di noi.
La preghiera vale anche per chi non resiste proprio a demolire la felicità di un altro, di lasciargli la soddisfazione di essere riuscito bene in qualcosa o di riconoscersi qualche pregio.
(E no, non è la stessa cosa di esclamare "bravissimo" quando non ce n'è davvero bisogno.
Quello crea confusione e incredulità . Giustamente. Così diventiamo ancora più in incapaci di capire e sentire davvero ciò in cui siamo bravi.
Per chi ha vissuto in America, ti chiedo, quando sentivi:
"Good Job", "great job"
continuamente, ci credevi?
Non è un feedback, è solo un modo di dire, vuoto ed inutile.).
Niente, sentivo proprio forte il desiderio di ripetere questa cosa oggi.
A questo proposito io mi sento orgogliosa di questo gattino qui, che ha tanto l'aria da fesso, mi piace riuscire a dare espressioni buffe ai miei disegni.
Tu di che cosa sei orgoglioso di te, oggi?
Non è un vizio da sradicare, ma un valore da raggiungere.
Da " I sei pilastri dell'autostima" di Branden.
Quante volte non ci sentiamo autorizzati e non siamo stati autorizzati a sentirci orgogliosi di un nostro successo?
Ogni volta che consentiamo di minimizzare un nostro successo stiamo diminuendo la nostra autostima.
Ci sono cose che la fanno aumentare e cose che la diminuiscono.
Quando siamo contenti di noi stessi, ricordiamoci di esserne orgogliosi.
Scommetto che anche tu avrai detto per esempio in un colloquio di lavoro, che devono essere gli altri a dire in cosa sei bravo.
Certo, anche.
Ma tu, di cosa ti senti contento di te?
Il confronto va bene, con gli altri, con i dati di realtà , con i più e meno bravi, però per favore, Branden lo dice benissimo, possiamo gioire per un nostro successo senza doverci per forza punire?
Possiamo anche noi dire, oltre agli altri, di trovarci bravi?
Senza doverci criticare di essere presuntuosi?
Così quei mattoncini di autostima li buttiamo giù subito, senza mai dare il tempo a sufficienza di sentirci più solidi e sicuri dentro di noi.
La preghiera vale anche per chi non resiste proprio a demolire la felicità di un altro, di lasciargli la soddisfazione di essere riuscito bene in qualcosa o di riconoscersi qualche pregio.
(E no, non è la stessa cosa di esclamare "bravissimo" quando non ce n'è davvero bisogno.
Quello crea confusione e incredulità . Giustamente. Così diventiamo ancora più in incapaci di capire e sentire davvero ciò in cui siamo bravi.
Per chi ha vissuto in America, ti chiedo, quando sentivi:
"Good Job", "great job"
continuamente, ci credevi?
Non è un feedback, è solo un modo di dire, vuoto ed inutile.).
Niente, sentivo proprio forte il desiderio di ripetere questa cosa oggi.
A questo proposito io mi sento orgogliosa di questo gattino qui, che ha tanto l'aria da fesso, mi piace riuscire a dare espressioni buffe ai miei disegni.
Tu di che cosa sei orgoglioso di te, oggi?