Uno dei presupposti nelle azioni di personal branding è delimitare, individuare, focalizzare e quindi comunicare cosa facciamo.
A quale bisogno rispondo? Quale "problema risolvo"? Perché dovrebbero scegliere me?
Il tutto in modo chiaro, credibile e semplice da comunicare da una parte, essere compreso e ricordato dall'altra.
E' anche vero che il nostro tempo è limitato, quindi scegliere non è solo per comunicare più chiaramente agli altri, ma anche per noi stessi, per focalizzarci sui nostri obiettivi e priorità , desideri, passioni, attitudini.
Un percorso di personal branding ti aiuta e ti obbliga anche a far chiarezza e scegliere.
Però scelta è collegata a rinuncia, ed ancora in modo più doloroso all'abbandono.
Dal sito di marketoonist - che adoro perché unisce i cartoni al marketing:
Without narrowing, a brand is trying to be all things to all people.
It ends up standing for nothing.
Ovvero: Senza restringere il campo, un brand sta cercando di essere tutto per tutti.
Finisce per significare niente.
Quindi?
Volevo solo raccontare una magnifica eccezione nella quale mi sono imbattuta lo scorso weekend incontrando lo scrittore Joe R. Lansdale, che ha raccontato che al principio della sua carriera gli venivano dati molti consigli.
Individuare un genere, anche nell'editoria è importante, sapere in quale "scaffale va quello scrittore".
Ed ecco la chicca che lui ha regalato.
Traduzione dalle sue testuali parole.
"...cercavo di seguire i consigli che mi venivano dati ma gradualmente ho capito che più seguivo i consigli che mi venivano dati, peggio scrivevo e meno mi divertivo.
E per me è importante divertirmi, ( è il motivo che ho scelto per diventare scrittore).
Ad un certo punto ho deciso di smettere di ascoltare i consigli degli altri e seguire il mio istinto.
Ho fatto una scommessa con me stesso. qualcuno mi disse che dovevo assolutamente scegliere un genere, che mi dovevo incanalare.
Che ogni autore per essere riconosciuto come tale deve incasellarsi i qualche modo in una categoria.
Ma io non volevo essere uno scrittore di genere, volevo essere uno scrittore.
Non sto criticando chi lo fa, ma semplicemente a me non andava bene e non l'ho fatto."
Il risultato?
Ora si parla di genere "Lansdale"uno degli scrittori più eclettici della narrativa moderna.
Lo trovo uno spunto molto interessante di riflessione e spero sia utile anche per te che leggi.
A quale bisogno rispondo? Quale "problema risolvo"? Perché dovrebbero scegliere me?
Il tutto in modo chiaro, credibile e semplice da comunicare da una parte, essere compreso e ricordato dall'altra.
E' anche vero che il nostro tempo è limitato, quindi scegliere non è solo per comunicare più chiaramente agli altri, ma anche per noi stessi, per focalizzarci sui nostri obiettivi e priorità , desideri, passioni, attitudini.
Un percorso di personal branding ti aiuta e ti obbliga anche a far chiarezza e scegliere.
Però scelta è collegata a rinuncia, ed ancora in modo più doloroso all'abbandono.
Dal sito di marketoonist - che adoro perché unisce i cartoni al marketing:
Without narrowing, a brand is trying to be all things to all people.
It ends up standing for nothing.
Ovvero: Senza restringere il campo, un brand sta cercando di essere tutto per tutti.
Finisce per significare niente.
Quindi?
Volevo solo raccontare una magnifica eccezione nella quale mi sono imbattuta lo scorso weekend incontrando lo scrittore Joe R. Lansdale, che ha raccontato che al principio della sua carriera gli venivano dati molti consigli.
Individuare un genere, anche nell'editoria è importante, sapere in quale "scaffale va quello scrittore".
Ed ecco la chicca che lui ha regalato.
Traduzione dalle sue testuali parole.
"...cercavo di seguire i consigli che mi venivano dati ma gradualmente ho capito che più seguivo i consigli che mi venivano dati, peggio scrivevo e meno mi divertivo.
E per me è importante divertirmi, ( è il motivo che ho scelto per diventare scrittore).
Ad un certo punto ho deciso di smettere di ascoltare i consigli degli altri e seguire il mio istinto.
Ho fatto una scommessa con me stesso. qualcuno mi disse che dovevo assolutamente scegliere un genere, che mi dovevo incanalare.
Che ogni autore per essere riconosciuto come tale deve incasellarsi i qualche modo in una categoria.
Ma io non volevo essere uno scrittore di genere, volevo essere uno scrittore.
Non sto criticando chi lo fa, ma semplicemente a me non andava bene e non l'ho fatto."
Il risultato?
Ora si parla di genere "Lansdale"uno degli scrittori più eclettici della narrativa moderna.
Lo trovo uno spunto molto interessante di riflessione e spero sia utile anche per te che leggi.