Ognuno è artefice del proprio destino.
O no?
Dipende dal caso, da ciò che accade, dalla fortuna, dalla sfortuna, o da noi?
Ci sono situazioni e periodi in cui ci sembra di non essere capaci di poter influire su niente dalle questioni globali ma finanche sulla nostra vita, sulla possibilità di trovare un lavoro o un amico, un compagno, un amante.
Perciò aspettiamo. Aspettiamo che arrivi da fuori il bello e il brutto.
O - talvolta aspettiamo che arrivi a richiesta, senza impegno personale.
Mi capita di essere contattata da persone che vogliono che io trovi il tempo per incontrarli, mentre loro si accorgono di non riescire a trovarlo per incontrare me.
Chiedono all'altro l'investimento economico, emotivo, insieme ad ogni cosa - incluso fiducia, stima, motivazione, cambiamenti- deve essere fornito loro, a richiesta e comodamente.
Se qualcosa non va per il verso giusto, dipende sempre da qualcosa o qualcuno lì fuori.
Sono persone -il che include magari anche noi stessi, in periodi particolari o su alcuni temi, con un LOCUS OF CONTROL (LOC) ESTERNO:
gli eventi della propria vita sono interamente attribuiti all'esterno, non dal proprio impegno, capacità, comportamenti o azioni, ma dal caso, dalla fortuna o sfortuna, da altre persone.
Non è possibile controllare o incidere, non esistono responsabilità proprie negli eventi che accadono o che non accadono.
- le variabili esterne sono eccessive ed opprimenti rispetto alle proprie capacità;
- i propri risultati (positivi o negativi) sono dovuti ad altri o alle circostanze;
- le difficoltà determinano demotivazione;
- gli eventi sono considerati imprevedibili;
- non si attivano per trovare soluzioni, ma dipendono dagli altri.
Questo tipo di atteggiamento, quando unico e reiterato in molte aree della vita, è pesante per loro stessi e per chi li incontra.
Tendono a non assumersi responsabilità, le lasciano agli altri, salvo lamentarsene per gli esiti.
Vittime di persone ed eventi.
Come ogni eccesso, anche il suo opposto può essere arduo:
chi ritiene di poter raggiungere qualunque risultato se si impegna abbastanza, potrebbe caricarsi di un eccessiva responsabilità, ansie e colpa, senza considerare chee gli eventi sono anche influenzati dall'ambiente esterno.
A questo proposito secondo la teoria di Skinner, libertà e volontà individuale sono solo delle illusioni, perché il comportamento di ognuno è controllato dalle risposte positive o negative che l’ambiente fornisce in relazione al comportamento stesso.
Fato, destino, circostanze,ambiente, persona.
Come rispondiamo alle risposte negative dell'ambiente?
Da Aristotele e Platone alle teorie psicologiche più moderne, da Fritz Heider a Robert Withe, da Alfred Adler e Otto Fenichel a Bandura, il senso dell' autoefficacia è la fiducia che ogni persona ha sulle proprie capacità di ottenere gli effetti desiderati con la propria azione.
Il concetto di autoefficacia si riferisce alla fiducia e all’aspettativa di poter padroneggiare con successo determinate situazioni.
In base a questo senso di previsione di successo o insuccesso, ci impegnamo di conseguenza.
O abbandoniamo prima ancora di cominciare se il nostro senso di autoefficacia è basso.
La causa dei successi viene ritenuta esterna e quella degli insuccessi interna.
La persona non crede nelle proprie capacità e ritiene inutile impegnarsi.
L'autostima è minacciata.
Quando sia i successi che i fallimenti si ritengono dovuti entrambi a cause esterne, c'è ugualmente il rischio di restare passivi perché non pensiamo poter essere padroni delle situazioni.
Il LOC esterno è stato associato a rischio di problemi comportamentali durante l’adolescenza (Liu, Kurita, Uchiyama, Okawa, Liu, & Ma, 2000), ed è correlato con un più alto livello di stress (Roddenberry & Renk,2010), un maggior senso d’impotenza di fronte al dolore (Härkäpää, Järvikoski & Vakkari, 1996), un peggioramento delle capacità di adattamento successivamente ad un evento critico (Kilmann, Laval, & Wanlass, 1978) e un minor livello di benessere soggettivo (Karatas & Tagay, 2012).
La causa dei successi è interna e insuccesso all’esterno:
impedisce alla persona di crescere e ritiene sempre "gli altri"responsabili dei propri fallimenti.
Il locus of control interno è stato correlato con numerose modalità di fronteggiamento (coping) positivo ed un maggior livello di ottimismo (S Guarnera, RL Williams 1986)
Soltanto chi attribuisce sia i propri fallimenti che i propri successi a cause interne, riesce a ottenere risultati migliori, in quanto s’impegna e persiste anche di fronte a compiti particolarmente impegnativi e sa affrontare positivamente anche l’insuccesso.
Anche questa possibilità va "abitata" con misura, ovvero senza cadere in ansie eccessive e sensi di colpa.
Possiamo essere o meno concordi con queste teorie, comunque sono utili a farci riflettere:
quando abbandoniamo un progetto a cui teniamo?
O anche quando smettiamo di credere di poter trovare un lavoro e neanche lo cerchiamo,
quanto dura la nostra motivazione e resistenza alla ricerca, quanto ci abbattiamo per non cercare più.
Quanto aspettiamo che una persona che ci piace ci cerchi, e non prendiamo l'iniziativa?
Quando smettiamo di "combattere" anche per tenere una relazione in vita?
O, all'opposto, quanto ci accaniamo inutilmente in situazioni che dovremmo lasciar andare per orgoglio e senso di rivalsa o per paura che dopo non siamo capaci di trovare di meglio?
Osservando noi stessi ed ascoltando di più, scoprendo desideri e motivazioni, paure infondate e resistenze antiche, possiamo conquistare ogni giorno un nuovo spazio di azione e libertà per essere noi stessi.
O no?
Dipende dal caso, da ciò che accade, dalla fortuna, dalla sfortuna, o da noi?
Ci sono situazioni e periodi in cui ci sembra di non essere capaci di poter influire su niente dalle questioni globali ma finanche sulla nostra vita, sulla possibilità di trovare un lavoro o un amico, un compagno, un amante.
Perciò aspettiamo. Aspettiamo che arrivi da fuori il bello e il brutto.
O - talvolta aspettiamo che arrivi a richiesta, senza impegno personale.
Mi capita di essere contattata da persone che vogliono che io trovi il tempo per incontrarli, mentre loro si accorgono di non riescire a trovarlo per incontrare me.
Chiedono all'altro l'investimento economico, emotivo, insieme ad ogni cosa - incluso fiducia, stima, motivazione, cambiamenti- deve essere fornito loro, a richiesta e comodamente.
Se qualcosa non va per il verso giusto, dipende sempre da qualcosa o qualcuno lì fuori.
Sono persone -il che include magari anche noi stessi, in periodi particolari o su alcuni temi, con un LOCUS OF CONTROL (LOC) ESTERNO:
gli eventi della propria vita sono interamente attribuiti all'esterno, non dal proprio impegno, capacità, comportamenti o azioni, ma dal caso, dalla fortuna o sfortuna, da altre persone.
Non è possibile controllare o incidere, non esistono responsabilità proprie negli eventi che accadono o che non accadono.
- le variabili esterne sono eccessive ed opprimenti rispetto alle proprie capacità;
- i propri risultati (positivi o negativi) sono dovuti ad altri o alle circostanze;
- le difficoltà determinano demotivazione;
- gli eventi sono considerati imprevedibili;
- non si attivano per trovare soluzioni, ma dipendono dagli altri.
Questo tipo di atteggiamento, quando unico e reiterato in molte aree della vita, è pesante per loro stessi e per chi li incontra.
Tendono a non assumersi responsabilità, le lasciano agli altri, salvo lamentarsene per gli esiti.
Vittime di persone ed eventi.
Come ogni eccesso, anche il suo opposto può essere arduo:
chi ritiene di poter raggiungere qualunque risultato se si impegna abbastanza, potrebbe caricarsi di un eccessiva responsabilità, ansie e colpa, senza considerare chee gli eventi sono anche influenzati dall'ambiente esterno.
A questo proposito secondo la teoria di Skinner, libertà e volontà individuale sono solo delle illusioni, perché il comportamento di ognuno è controllato dalle risposte positive o negative che l’ambiente fornisce in relazione al comportamento stesso.
Fato, destino, circostanze,ambiente, persona.
Come rispondiamo alle risposte negative dell'ambiente?
Da Aristotele e Platone alle teorie psicologiche più moderne, da Fritz Heider a Robert Withe, da Alfred Adler e Otto Fenichel a Bandura, il senso dell' autoefficacia è la fiducia che ogni persona ha sulle proprie capacità di ottenere gli effetti desiderati con la propria azione.
Quando il senso di autoefficacia è basso la persona ritiene che le proprie azioni raramente ottengano i risultati desiderati.
La persona con bassa autoefficacia potrà scegliere obiettivi più limitati e a impegnarsi di meno per raggiungerli e, a parità di complessità del compito, proverà maggiore stress.
I livelli di autoefficacia influenzano le prestazioni in ambito scolastico, sociale, nel controllo del peso, nelle abitudini rilevanti per la salute, nel controllo del dolore, nella riduzione del comportamento fobico, nelle prestazioni lavorative, etc.
Il concetto di autoefficacia si riferisce alla fiducia e all’aspettativa di poter padroneggiare con successo determinate situazioni.
In base a questo senso di previsione di successo o insuccesso, ci impegnamo di conseguenza.
O abbandoniamo prima ancora di cominciare se il nostro senso di autoefficacia è basso.
La causa dei successi viene ritenuta esterna e quella degli insuccessi interna.
La persona non crede nelle proprie capacità e ritiene inutile impegnarsi.
L'autostima è minacciata.
Quando sia i successi che i fallimenti si ritengono dovuti entrambi a cause esterne, c'è ugualmente il rischio di restare passivi perché non pensiamo poter essere padroni delle situazioni.
Il LOC esterno è stato associato a rischio di problemi comportamentali durante l’adolescenza (Liu, Kurita, Uchiyama, Okawa, Liu, & Ma, 2000), ed è correlato con un più alto livello di stress (Roddenberry & Renk,2010), un maggior senso d’impotenza di fronte al dolore (Härkäpää, Järvikoski & Vakkari, 1996), un peggioramento delle capacità di adattamento successivamente ad un evento critico (Kilmann, Laval, & Wanlass, 1978) e un minor livello di benessere soggettivo (Karatas & Tagay, 2012).
La causa dei successi è interna e insuccesso all’esterno:
impedisce alla persona di crescere e ritiene sempre "gli altri"responsabili dei propri fallimenti.
Il locus of control interno è stato correlato con numerose modalità di fronteggiamento (coping) positivo ed un maggior livello di ottimismo (S Guarnera, RL Williams 1986)
Soltanto chi attribuisce sia i propri fallimenti che i propri successi a cause interne, riesce a ottenere risultati migliori, in quanto s’impegna e persiste anche di fronte a compiti particolarmente impegnativi e sa affrontare positivamente anche l’insuccesso.
Anche questa possibilità va "abitata" con misura, ovvero senza cadere in ansie eccessive e sensi di colpa.
Possiamo essere o meno concordi con queste teorie, comunque sono utili a farci riflettere:
quando abbandoniamo un progetto a cui teniamo?
O anche quando smettiamo di credere di poter trovare un lavoro e neanche lo cerchiamo,
quanto dura la nostra motivazione e resistenza alla ricerca, quanto ci abbattiamo per non cercare più.
Quanto aspettiamo che una persona che ci piace ci cerchi, e non prendiamo l'iniziativa?
Quando smettiamo di "combattere" anche per tenere una relazione in vita?
O, all'opposto, quanto ci accaniamo inutilmente in situazioni che dovremmo lasciar andare per orgoglio e senso di rivalsa o per paura che dopo non siamo capaci di trovare di meglio?
Osservando noi stessi ed ascoltando di più, scoprendo desideri e motivazioni, paure infondate e resistenze antiche, possiamo conquistare ogni giorno un nuovo spazio di azione e libertà per essere noi stessi.