Sabato scorso ho condotto un corso teorico esperienziale sui conflitti.
E' un esperienza che consiglio a tutti, immergersi nella riflessione e nella sperimentazione di cosa e come e qual è il nostro contributo ai conflitti.
Cosa ne scaturisce da questi comportamenti o non comportamenti.
Cosa scaturisce dall' assumere atteggiamenti ostili, oppositivi, provocatori, accusatori, minacciosi, indiretti, aperti o subdoli.
Ed ancora: quali gli effetti di un finto calore, di un "amore, carissima, tesoro, bella" con sottotitoli leggibili agli altri ed interpretabili che davvero è tutta scena.
Cosa potrebbe succedere se...attuassimo qualcosa di diverso.
Per la nostra vita prima ancora che per gli altri.
Per esempio se smettessimo di attribuire tutte le responsabilità fuori di noi.
Nel pensare che nulla può essere cambiato, dalla politica italiana a quella aziendale e giù giù fino al nostro carattere.
Stiamo abdicando al nostro potere, stiamo dicendo una falsità enorme.
1. Siamo responsabili tanto di ciò che facciamo tanto di ciò che non facciamo.
Presente l'omissione di soccorso?
Presente quella preghiera che tanto tempo fa ci hanno insegnato " per parole, opere ed omissioni".
2. Siamo responsabili INSIEME. Questo vuol dire interdipendenza.
Vuol dire che il tuo atteggiamento influisce sul mio e sul mio risultato di ciò a cui tengo.
E viceversa.
Vuol dire che il risultato che raggiungiamo, positivo o negativo, è causato da entrambi.
Vuol dire che anche usufruire di una risorsa insieme, se tu la tratti male, ne pago anche io le conseguenze.
Se sporchi il mare, anche io faccio il bagno in quel mare.
Ci influenziamo di continuo, nel bene, come nel male.
Non possiamo avere potere sul come si comporta un altra persona, ed è questo che rende estremamente potenti i passivi aggressivi, anche se loro si continuano a vedere come piccoli e buoni e trattati ingiustamente.
Allo stesso tempo, non è l'altro che " mi fare arrabbiare", sono io che gli sto concedendo questo potere.
Non posso avere potere su ciò che fa o non fa, ma solo su come reagisco io.
3. I nostri comportamenti sono conseguenza di un apprendimento, che è diverso dal credere che i comportamenti facciano per sempre un carattere.
Prova a cambiare comportamento, atteggiamento e vedi i cambiamenti.
Come hai imparato alcuni comportamenti, puoi impararne di nuovi.
E questo si può dire a parole e cercare di pensare se siamo d'accordo oppure no.
Ma chi è stato in aula, con un piccolo, microscopico "esercizio" si è accorto con le proprie mani ed emozioni di come è possibile. Basta un gesto, mollare la presa o condividerla, giocarci dentro, stringere.
Ognuno di noi ha bisogno di imparare un nuovo movimento che non ha mai fatto.
Come si dice “Wag More, Bark Less”, ovvero abbaia di meno, scodinzola di più.
Per te potrebbe essere vero questo, o anche il contrario.
Potresti essere un capo o un genitore che pensa che - solo con sorriso, l'accondiscendenza, dire sempre di sì, non schierarsi e non prendere posizioni chiare, sia la strada giusta e buona.
Invece no.
Crea ostilità, malumori, difficoltà di direzione, situazioni di stallo, mancanza di aria.
Prepotenze che vengono compiute a danno di altri solo perché tu non hai il coraggio, la forza, non vedi l'opportunità di intervenire.
Il discorso è troppo lungo, anche 8 ore sono volate e sarei volentieri rimasta ancora ed ancora a sperimentare.
Forse è stato ciò che mi sono presa io dalla - lunga- preparazione e poi dalla conduzione di questo corso: poter restare a lungo a bagno nel tema dei conflitti con atteggiamento disponibile, aperto e senza paura. Di possibilità, di cambiamento.
Ognuno di noi ha la sua storia, e certo c'è chi gode ad ostacolare e confliggere tutto il tempo.
Chi gode a far soffrire, chi si sente vittima e non vede quanto spesso è carnefice.
Gode nel suo potere che blocca l'altro, che impedisce all'altro qualcosa, che provoca ostilità per poi trovarsi sola ed inconsolabile, con la convinzione rafforzata che il mondo è cattivo.
Tutto il mondo tranne lui/lei.
Interdipendenza vuol dire che se pensi che il tuo capo, il tuo compagno, la tua compagna, i tuoi genitori, fratelli etc siano "colpevoli" di qualcosa di diverso che vorresti ma non hai, allora o sei impotente oppure ti guardi allo specchio, e riprendi cosa e come tu contribuisci alla situazione.
Questo vuol dire ad esempio che l'andamento di un aula non dipende solo dal conduttore, ma da ognuno dei partecipanti all'aula.
Dal tipo di domande ed interventi ed esperienza ed atteggiamenti che portano.
Che chi conduce deve rinunciare a pensare di poter controllare tutto, ma può imparare a gestire ciò che accade.
Come ognuno di noi, possiamo partecipare all'ambiente, o credere che anche il solo sottrarci ad esso non abbia conseguenze.
Il precipitare della relazione di coppia non dipende solo da lui che va in barca a vela la domenica, mollandoti a casa col bambino.
Dipende ad esempio dal fatto che ci sappiamo lamentare, senza agire.
Che sappiamo criticare criticare senza saper riconoscere e chiedere scusa.
Che sappiamo criticare unicamente quando le cose vanno male, e non sappiamo dire "Grazie" per tutto l'amore che mi dai, per l'affetto, l'attenzione, i gesti.
E ci rinforziamo l'un l'altro, chiudendo piano piano le porte ai gesti amorevoli, e rinforziamo le porte in faccia.
Tu sbatti, io ancora di più.
Prova a suonare ancora alla mia porta e io non ti apro più.
Quando litighi con qualcuno, chiediti qual è il tuo obiettivo?
Ferire? Umiliare? Chiudere la relazione?
Una parola cattiva, un gesto ostile e sgarbato l'altro non riesce a dimenticarlo del tutto.
E sai cosa ti dico?
Neanche tu.
Essere arcigno/a, prevaricatore/rice, fintamente sorridente e realmente abusante, ha effetto sulla TUA autostima.
e con te ci vivi ogni giorno.
Perciò, buone possibilità ci sono che se continui a litigare- male con gli altri- litighi, e male anche con te stesse/ te stessa.
Impara nuove possibilità.
Anche se può far male.
Non cambiare può fare male ancora di più.
E' un esperienza che consiglio a tutti, immergersi nella riflessione e nella sperimentazione di cosa e come e qual è il nostro contributo ai conflitti.
Cosa ne scaturisce da questi comportamenti o non comportamenti.
Cosa scaturisce dall' assumere atteggiamenti ostili, oppositivi, provocatori, accusatori, minacciosi, indiretti, aperti o subdoli.
Ed ancora: quali gli effetti di un finto calore, di un "amore, carissima, tesoro, bella" con sottotitoli leggibili agli altri ed interpretabili che davvero è tutta scena.
Cosa potrebbe succedere se...attuassimo qualcosa di diverso.
Per la nostra vita prima ancora che per gli altri.
Per esempio se smettessimo di attribuire tutte le responsabilità fuori di noi.
Nel pensare che nulla può essere cambiato, dalla politica italiana a quella aziendale e giù giù fino al nostro carattere.
Stiamo abdicando al nostro potere, stiamo dicendo una falsità enorme.
1. Siamo responsabili tanto di ciò che facciamo tanto di ciò che non facciamo.
Presente l'omissione di soccorso?
Presente quella preghiera che tanto tempo fa ci hanno insegnato " per parole, opere ed omissioni".
2. Siamo responsabili INSIEME. Questo vuol dire interdipendenza.
Vuol dire che il tuo atteggiamento influisce sul mio e sul mio risultato di ciò a cui tengo.
E viceversa.
Vuol dire che il risultato che raggiungiamo, positivo o negativo, è causato da entrambi.
Vuol dire che anche usufruire di una risorsa insieme, se tu la tratti male, ne pago anche io le conseguenze.
Se sporchi il mare, anche io faccio il bagno in quel mare.
Ci influenziamo di continuo, nel bene, come nel male.
Non possiamo avere potere sul come si comporta un altra persona, ed è questo che rende estremamente potenti i passivi aggressivi, anche se loro si continuano a vedere come piccoli e buoni e trattati ingiustamente.
Allo stesso tempo, non è l'altro che " mi fare arrabbiare", sono io che gli sto concedendo questo potere.
Non posso avere potere su ciò che fa o non fa, ma solo su come reagisco io.
3. I nostri comportamenti sono conseguenza di un apprendimento, che è diverso dal credere che i comportamenti facciano per sempre un carattere.
Prova a cambiare comportamento, atteggiamento e vedi i cambiamenti.
Come hai imparato alcuni comportamenti, puoi impararne di nuovi.
E questo si può dire a parole e cercare di pensare se siamo d'accordo oppure no.
Ma chi è stato in aula, con un piccolo, microscopico "esercizio" si è accorto con le proprie mani ed emozioni di come è possibile. Basta un gesto, mollare la presa o condividerla, giocarci dentro, stringere.
Ognuno di noi ha bisogno di imparare un nuovo movimento che non ha mai fatto.
Come si dice “Wag More, Bark Less”, ovvero abbaia di meno, scodinzola di più.
Per te potrebbe essere vero questo, o anche il contrario.
Potresti essere un capo o un genitore che pensa che - solo con sorriso, l'accondiscendenza, dire sempre di sì, non schierarsi e non prendere posizioni chiare, sia la strada giusta e buona.
Invece no.
Crea ostilità, malumori, difficoltà di direzione, situazioni di stallo, mancanza di aria.
Prepotenze che vengono compiute a danno di altri solo perché tu non hai il coraggio, la forza, non vedi l'opportunità di intervenire.
Il discorso è troppo lungo, anche 8 ore sono volate e sarei volentieri rimasta ancora ed ancora a sperimentare.
Forse è stato ciò che mi sono presa io dalla - lunga- preparazione e poi dalla conduzione di questo corso: poter restare a lungo a bagno nel tema dei conflitti con atteggiamento disponibile, aperto e senza paura. Di possibilità, di cambiamento.
Ognuno di noi ha la sua storia, e certo c'è chi gode ad ostacolare e confliggere tutto il tempo.
Chi gode a far soffrire, chi si sente vittima e non vede quanto spesso è carnefice.
Gode nel suo potere che blocca l'altro, che impedisce all'altro qualcosa, che provoca ostilità per poi trovarsi sola ed inconsolabile, con la convinzione rafforzata che il mondo è cattivo.
Tutto il mondo tranne lui/lei.
Interdipendenza vuol dire che se pensi che il tuo capo, il tuo compagno, la tua compagna, i tuoi genitori, fratelli etc siano "colpevoli" di qualcosa di diverso che vorresti ma non hai, allora o sei impotente oppure ti guardi allo specchio, e riprendi cosa e come tu contribuisci alla situazione.
Questo vuol dire ad esempio che l'andamento di un aula non dipende solo dal conduttore, ma da ognuno dei partecipanti all'aula.
Dal tipo di domande ed interventi ed esperienza ed atteggiamenti che portano.
Che chi conduce deve rinunciare a pensare di poter controllare tutto, ma può imparare a gestire ciò che accade.
Come ognuno di noi, possiamo partecipare all'ambiente, o credere che anche il solo sottrarci ad esso non abbia conseguenze.
Il precipitare della relazione di coppia non dipende solo da lui che va in barca a vela la domenica, mollandoti a casa col bambino.
Dipende ad esempio dal fatto che ci sappiamo lamentare, senza agire.
Che sappiamo criticare criticare senza saper riconoscere e chiedere scusa.
Che sappiamo criticare unicamente quando le cose vanno male, e non sappiamo dire "Grazie" per tutto l'amore che mi dai, per l'affetto, l'attenzione, i gesti.
E ci rinforziamo l'un l'altro, chiudendo piano piano le porte ai gesti amorevoli, e rinforziamo le porte in faccia.
Tu sbatti, io ancora di più.
Prova a suonare ancora alla mia porta e io non ti apro più.
Quando litighi con qualcuno, chiediti qual è il tuo obiettivo?
Ferire? Umiliare? Chiudere la relazione?
Una parola cattiva, un gesto ostile e sgarbato l'altro non riesce a dimenticarlo del tutto.
E sai cosa ti dico?
Neanche tu.
Essere arcigno/a, prevaricatore/rice, fintamente sorridente e realmente abusante, ha effetto sulla TUA autostima.
e con te ci vivi ogni giorno.
Perciò, buone possibilità ci sono che se continui a litigare- male con gli altri- litighi, e male anche con te stesse/ te stessa.
Impara nuove possibilità.
Anche se può far male.
Non cambiare può fare male ancora di più.