Lavoro, relazioni, tutto è comunicazione.
Non solo chi dice, cosa dice e come lo dice.
La nostra comunicazione si compone di pezzi, che arrivano tutti insieme, a volte percepiamo aggressione, derisione, svalutazione e non riusciamo a capire perché.
Pensiamo a cosa dire, dimenticandoci del nostro corpo mentre lo diciamo, l'espressione del viso, le parole contraddette dal tono.
Rimuginando sulle parole dell'altro, dimenticando il nostro contributo allo scambio.
La consapevolezza della nostra comunicazione può aprirci un mondo, chiarirci e aiutarci nel nostro modo di relazionarci, e restituirci la nostra parte di responsabilità e di possibilità di miglioramento, senza per forza ed unicamente pretenderla dall'altro.
C'è da guadagnarne in salute:
secondo Watzlawick, psicoterapeuta, nevrosi e psicosi dipendono da comportamenti e relazioni disfunzionali della persona con se stessa, con gli altri e con il mondo, in breve da un errata comunicazione.
Comunicazione che include:
La comunicazione è anche, il dimenticato ASCOLTARE.
Ascoltare di più...cosa succerebbe se usassimo non due ma 4 orecchie?
Nel 1981 lo psicologo Friedemann Schulz von Thun ha proposto proprio un modello di comunicazione interpersonale a "quattro orecchie" , o "quadrato della comunicazione":
BLU è il contenuto della comunicazione (date, fatti, eventi, informazioni).
GIALLO rappresenta la relazione, il rapporto tra i due (cosa deduci pensi di te colui che parla?e tu cosa fai capire all'altro cosa pensi di lui/lei?)
VERDE la rivelazione di sé: ciò che riveliamo di noi stessi nel parlare in modo volontario o involontario.
ROSSO l’appello, quale effetto vuole raggiungere chi parla; aspettative, desideri, consigli, effetti, le richieste esplicite o implicite, alla controparte di fare, dire, pensare, sentire.
Siamo sempre liberi di assegnare a qualsiasi comunicazione un significato oppure un altro, potremo allenarci ad ascoltarci mentre parliamo, e comprendere cosa riveliamo di noi (orecchio verde).
Cosa in realtà stiamo chiedendo o pretendendo dall'altro (orecchio rosso)
Come stiamo trattando il nostro interlocutore (orecchio giallo).
Questo tipo di ascolto di sé è molto interessante, e può farci scoprire molto di come mai il risultato della nostra comunicazione è diversa da quello che ci aspettiamo.
Quando parliamo e non ci capiamo, quando non ascoltiamo affatto o ci sentiamo da un orecchio solo.
Ogni comunicazione può avere significati diversi, consapevoli e inconsapevoli, sia da chi parla che da chi ascolta.
Esempio:
Marito chiede a Moglie “Dove sono i miei calzini?”
Risposte possibili a seconda dell'orecchio usato dalla Moglie:
orecchio blu “ Primo cassetto”
orecchio rosso “Te li prendo io”
orecchio verde (è sempre agitato per le sciocchezze)“Dove sono da cinque anni, ancora non lo sai?”
orecchio giallo (non sono la tua cameriera) “ Cercateli da solo”
Ecco dimostrato come i calzini possono essere responsabili delle crisi coniugali.
Non solo chi dice, cosa dice e come lo dice.
La nostra comunicazione si compone di pezzi, che arrivano tutti insieme, a volte percepiamo aggressione, derisione, svalutazione e non riusciamo a capire perché.
Pensiamo a cosa dire, dimenticandoci del nostro corpo mentre lo diciamo, l'espressione del viso, le parole contraddette dal tono.
Rimuginando sulle parole dell'altro, dimenticando il nostro contributo allo scambio.
La consapevolezza della nostra comunicazione può aprirci un mondo, chiarirci e aiutarci nel nostro modo di relazionarci, e restituirci la nostra parte di responsabilità e di possibilità di miglioramento, senza per forza ed unicamente pretenderla dall'altro.
C'è da guadagnarne in salute:
secondo Watzlawick, psicoterapeuta, nevrosi e psicosi dipendono da comportamenti e relazioni disfunzionali della persona con se stessa, con gli altri e con il mondo, in breve da un errata comunicazione.
Comunicazione che include:
- il verbale linguaggio scritto e orale;
- il non verbale mimiche facciali, sguardi, gesti, posture ;atteggiamento, prossemica, abiti, aspetto, contatto corporeo
- il para verbale timbro, tono, ritmo, accento, sospiri, pause, silenzi di chi parla, ed altre espressioni sonore (ehm ...ehm, far schioccare la lingua, sospirare, sbuffare, tossire, etc ).
La ragione per cui abbiamo due orecchie ed una sola bocca è che dobbiamo ascoltare di più, parlare di meno.
Zenone di Cizio (333 a.C. – 264 a.C.)
Ascoltare di più...cosa succerebbe se usassimo non due ma 4 orecchie?
Nel 1981 lo psicologo Friedemann Schulz von Thun ha proposto proprio un modello di comunicazione interpersonale a "quattro orecchie" , o "quadrato della comunicazione":
GIALLO rappresenta la relazione, il rapporto tra i due (cosa deduci pensi di te colui che parla?e tu cosa fai capire all'altro cosa pensi di lui/lei?)
VERDE la rivelazione di sé: ciò che riveliamo di noi stessi nel parlare in modo volontario o involontario.
ROSSO l’appello, quale effetto vuole raggiungere chi parla; aspettative, desideri, consigli, effetti, le richieste esplicite o implicite, alla controparte di fare, dire, pensare, sentire.
Siamo sempre liberi di assegnare a qualsiasi comunicazione un significato oppure un altro, potremo allenarci ad ascoltarci mentre parliamo, e comprendere cosa riveliamo di noi (orecchio verde).
Cosa in realtà stiamo chiedendo o pretendendo dall'altro (orecchio rosso)
Come stiamo trattando il nostro interlocutore (orecchio giallo).
Quando parliamo e non ci capiamo, quando non ascoltiamo affatto o ci sentiamo da un orecchio solo.
Ogni comunicazione può avere significati diversi, consapevoli e inconsapevoli, sia da chi parla che da chi ascolta.
Esempio:
Marito chiede a Moglie “Dove sono i miei calzini?”
Risposte possibili a seconda dell'orecchio usato dalla Moglie:
orecchio blu “ Primo cassetto”
orecchio rosso “Te li prendo io”
orecchio verde (è sempre agitato per le sciocchezze)“Dove sono da cinque anni, ancora non lo sai?”
orecchio giallo (non sono la tua cameriera) “ Cercateli da solo”
Ecco dimostrato come i calzini possono essere responsabili delle crisi coniugali.
Dipende dall'orecchio che usiamo.