Il tuo brand è la tua reputazione.
Non può essere costruita in modo predefinito, ma creata intenzionalmente e nutrita.
Your brand is your reputation.
It can’t be built by default, but instead created by design and nurtured.*
La reputazione può essere positiva o negativa, è la considerazione, la stima di cui gode una persona o una azienda.
Il quesito è:
come costruire una reputazione positiva se non ci stimiamo noi per primi?
Se non siamo noi stessi consapevoli di talenti, attitudini, comportamenti, emotività?
Il nostro mondo è a (lunghi) tratti, spaventante, richiedente.
Nell'intervista che segue, Umberto Galimberti definisce la nostra società fino al 1968, come società "della disciplina": ubbidisco o trasgredisco.
Innescata da quella, si è arrivati alla attuale nostra società del "non ci sono norme, regole, vietato vietare", intrecciata con la cultura americana del "spingi a tutto gas, arriva ai massimi livelli, diventa competitivo, nulla ti è vietato".
Continua in un analisi interessantissima nel dire che oggi la depressione non è determinata dai sensi di colpa, ma dal senso di inadeguatezza.
Ce la faccio o non ce la faccio a raggiungere i miei obiettivi?
La società attuale mette in crisi la mia identità, visto che essa è data dal riconoscimento, se non raggiungo gli obiettivi la mia identità si indebolisce e se non ce la faccio, uso psicofarmaci (una percentuale incredibilmente alta della popolazione ne fa uso) e cocaina.
Abbiamo acquisito questa mentalità di raggiungere obiettivi, dove l'asticella viene sempre più elevata.
I luoghi di lavoro non sono più di solidarietà ma di competizione: non riesco ad essere all'altezza lì dove mi chiedono, siamo infelici, il modello è diventato quello di vincere, e non ci sono modelli di solidarietà e di ritrovi.
Quattro incontri esperienziali sul Personal Branding, sulle 4 c della consapevolezza:
cuore, corpo, cervello, contesto.
*fonte: blog personalbranding
Non può essere costruita in modo predefinito, ma creata intenzionalmente e nutrita.
Your brand is your reputation.
It can’t be built by default, but instead created by design and nurtured.*
La reputazione può essere positiva o negativa, è la considerazione, la stima di cui gode una persona o una azienda.
Il quesito è:
come costruire una reputazione positiva se non ci stimiamo noi per primi?
Se non siamo noi stessi consapevoli di talenti, attitudini, comportamenti, emotività?
Il nostro mondo è a (lunghi) tratti, spaventante, richiedente.
Nell'intervista che segue, Umberto Galimberti definisce la nostra società fino al 1968, come società "della disciplina": ubbidisco o trasgredisco.
Innescata da quella, si è arrivati alla attuale nostra società del "non ci sono norme, regole, vietato vietare", intrecciata con la cultura americana del "spingi a tutto gas, arriva ai massimi livelli, diventa competitivo, nulla ti è vietato".
Continua in un analisi interessantissima nel dire che oggi la depressione non è determinata dai sensi di colpa, ma dal senso di inadeguatezza.
Ce la faccio o non ce la faccio a raggiungere i miei obiettivi?
La società attuale mette in crisi la mia identità, visto che essa è data dal riconoscimento, se non raggiungo gli obiettivi la mia identità si indebolisce e se non ce la faccio, uso psicofarmaci (una percentuale incredibilmente alta della popolazione ne fa uso) e cocaina.
Abbiamo acquisito questa mentalità di raggiungere obiettivi, dove l'asticella viene sempre più elevata.
I luoghi di lavoro non sono più di solidarietà ma di competizione: non riesco ad essere all'altezza lì dove mi chiedono, siamo infelici, il modello è diventato quello di vincere, e non ci sono modelli di solidarietà e di ritrovi.
Ecco perché offro un percorso dove il personal branding diventa un percorso di empowerment, di socializzazione e messa in comunione.
Il mio proposito è di offrire un luogo sicuro, non competitivo, dove potersi sperimentare nel processo di autoconsapevolezza ed autostima, di nutrimento ed esplorazione di capacità, ed anche debolezze, di direzioni consapevoli e scelte, di conoscenza.Quattro incontri esperienziali sul Personal Branding, sulle 4 c della consapevolezza:
cuore, corpo, cervello, contesto.
*fonte: blog personalbranding