Se il marketing è, ancora oggi, poco conosciuto e compreso per ciò che è, per l'uso che ognuno di noi ne fa, consapevolmente o inconsapevolmente, il punto di partenza ancora più imperativo per chi svolge una professione basata sull'onestà e sulla relazione, è l'autenticità.
Il marketing è volto a creare valore e scambiare valore, e il personal brand è la tua promessa di valore.
Prometteresti mai ciò che non sei in grado di mantenere?
Ciò in cui tu stesso non credi di poter fare o saper fare o saper essere?
Essere affiancati da un professionista in quello che può essere un percorso a tratti brutale, come lo definisce Tom Peters, dove devi essere sincero con te stesso senza ferirti o farti male, senza abbatterti, ma senza tralasciare le tue qualità e luci.
Alcuni di noi, e qui cito Seneca, pensano di valere troppo poco altri di possedere doti che gli altri non sono in grado di cogliere od apprezzare.
Riuscire a vedersi da fuori, a colori, con luci soffuse che nascondono le imperfezioni o con luci sparate che le evidenziano.
Comprendere quale messaggio inviamo, se ci corrisponde, se diciamo di volere le cose ma poi non agiamo di conseguenza, dove ci fermiamo, dove perdiamo inutili energie a rincorrere falsi obiettivi, togliendo tempo e risorse a ciò che ci importa veramente.
Dove siamo migliorabili, e ci va di farlo, dove non ci interessa andare perché va bene così.
Per ora.
Procedere a piccoli passi, o fermarsi a riprendere fiato.
Ricordarsi di ripartire. Mettendo benzina al motore.
Conoscersi, amarsi, accettarsi per primi.