Estrema sensualità tra close up, trine e merletti, carne bianche e angioletti.
Amore e morte, Giuditta e Oloferne, boschi aperti e stanze oscure.
Pioggia, vento tempeste come nelle vite di noi tutti.
B E A U T Y - dir. Rino Stefano Tagliafierro
magnificato dal sound designer di Enrico Ascoli
Il video si apre col sonetto 19 di William Shakespeare, come una chiave per entrare nel mondo sospeso ed irreale. ecco la traduzione:
Tempo divoratore, spunta gli artigli al leone e costringi la terra a divorar la sua dolce prole strappa le zanne aguzze dalle fauci feroci della tigre ed ardi nel suo sangue l’immortale fenice, rendi pure nel tuo corso stagioni tristi e liete e fa quello che vuoi,
Tempo dal veloce passo, al mondo intero e ai suoi effimeri piaceri:
ma il più atroce dei delitti io ti proibisco.
Non scolpire le tue ore sulla fronte del mio amore,
non segnarvi linee con la tua grottesca penna;
durante la tua corsa lascia che resti intatto
qual modello di bellezza agli uomini futuri.
Oppur scatenati, vecchio Tempo: contro ogni tuo torto,
il mio amore nei miei versi vivrà giovane in eterno.
William Shakespeare, Sonetto 19
Mentre scrivo e raccolgo informazioni, traduzioni e letture di questo post, mi chiedo:
sto perdendo tempo?
A chi interessa?
Chi legge vuole informazioni pratiche, per inseguire l'efficacia e una potenza (anch'esse effimere).
Ma l'anima ha bisogno del suo tempo di nutrimento, ricarica, speranza, di ricercare e scegliere ciò che piace, a rallentare gioire e riempirsi di amore e comunione, solitudine e bellezza e arte, che non serve a nulla se non a vivere.
[e scrivendo "l'arte non serve a niente" scopro che già l'ha detto qualcun altro Emilio Isgro "perché l'arte dev'essere provocazione, l'arte che si rispetta deve porre problemi". Il motivo è semplice e tautologico: l'arte serve a far sognare la società e a farla crescere. Per far ciò dev'essere disinteressata e senza prezzo, né avere scopi divertenti o di intrattenimento. Anche su questo Isgrò ha parecchio da ridire: sulla politica fatta di barzellette, parolacce e colpi da affabulatore o sulla finanza che è diventata addirittura "creativa". Isgrò si chiede "che razza di mondo è questo?". L'unica cosa creativa deve essere l'arte, nonostante il mestiere dell'artista sia faticoso e pesante, e artisti non si nasce, ma si diventa – a suo parere.]
Perciò ognuno guardi ciò che attira il suo sguardo cercando dentro di se la lettura o la risposta, come se potesse portare a casa un dipinto, uno solo, dopo una mostra.
Così mi propose un compagno incontrato per caso alla mostra di Clemente al Guggenheim di New York, e da allora sempre mi pongo questa scelta, guardo, gusto, ciò che percepisco coi miei sensi, e mi chiedo: cosa mi porto a casa?
E' la stessa domanda che molti formatori, e discenti si pongono.
Perché qualunque esperienza può arricchirci e porci davanti a scelte, di prendere e poter anche lasciare.
Ciò che non ci piace, che non approviamo, condividiamo, ma anche perché non si può prendere tutto quello che vorremmo sempre, ma è un sacrilegio non prendere nulla.
Non partecipare al banchetto della vita, dell'amore e della condivisione prima che venga tutto il resto del tempo a portarlo via.
Un ringraziamento al mio amico Paolo per la condivisione del video.
Amore e morte, Giuditta e Oloferne, boschi aperti e stanze oscure.
Pioggia, vento tempeste come nelle vite di noi tutti.
B E A U T Y - dir. Rino Stefano Tagliafierro
magnificato dal sound designer di Enrico Ascoli
Il video si apre col sonetto 19 di William Shakespeare, come una chiave per entrare nel mondo sospeso ed irreale. ecco la traduzione:
Tempo divoratore, spunta gli artigli al leone e costringi la terra a divorar la sua dolce prole strappa le zanne aguzze dalle fauci feroci della tigre ed ardi nel suo sangue l’immortale fenice, rendi pure nel tuo corso stagioni tristi e liete e fa quello che vuoi,
Tempo dal veloce passo, al mondo intero e ai suoi effimeri piaceri:
ma il più atroce dei delitti io ti proibisco.
Non scolpire le tue ore sulla fronte del mio amore,
non segnarvi linee con la tua grottesca penna;
durante la tua corsa lascia che resti intatto
qual modello di bellezza agli uomini futuri.
Oppur scatenati, vecchio Tempo: contro ogni tuo torto,
il mio amore nei miei versi vivrà giovane in eterno.
William Shakespeare, Sonetto 19
Mentre scrivo e raccolgo informazioni, traduzioni e letture di questo post, mi chiedo:
sto perdendo tempo?
A chi interessa?
Chi legge vuole informazioni pratiche, per inseguire l'efficacia e una potenza (anch'esse effimere).
Ma l'anima ha bisogno del suo tempo di nutrimento, ricarica, speranza, di ricercare e scegliere ciò che piace, a rallentare gioire e riempirsi di amore e comunione, solitudine e bellezza e arte, che non serve a nulla se non a vivere.
[e scrivendo "l'arte non serve a niente" scopro che già l'ha detto qualcun altro Emilio Isgro "perché l'arte dev'essere provocazione, l'arte che si rispetta deve porre problemi". Il motivo è semplice e tautologico: l'arte serve a far sognare la società e a farla crescere. Per far ciò dev'essere disinteressata e senza prezzo, né avere scopi divertenti o di intrattenimento. Anche su questo Isgrò ha parecchio da ridire: sulla politica fatta di barzellette, parolacce e colpi da affabulatore o sulla finanza che è diventata addirittura "creativa". Isgrò si chiede "che razza di mondo è questo?". L'unica cosa creativa deve essere l'arte, nonostante il mestiere dell'artista sia faticoso e pesante, e artisti non si nasce, ma si diventa – a suo parere.]
Perciò ognuno guardi ciò che attira il suo sguardo cercando dentro di se la lettura o la risposta, come se potesse portare a casa un dipinto, uno solo, dopo una mostra.
Così mi propose un compagno incontrato per caso alla mostra di Clemente al Guggenheim di New York, e da allora sempre mi pongo questa scelta, guardo, gusto, ciò che percepisco coi miei sensi, e mi chiedo: cosa mi porto a casa?
E' la stessa domanda che molti formatori, e discenti si pongono.
Perché qualunque esperienza può arricchirci e porci davanti a scelte, di prendere e poter anche lasciare.
Ciò che non ci piace, che non approviamo, condividiamo, ma anche perché non si può prendere tutto quello che vorremmo sempre, ma è un sacrilegio non prendere nulla.
Non partecipare al banchetto della vita, dell'amore e della condivisione prima che venga tutto il resto del tempo a portarlo via.
Un ringraziamento al mio amico Paolo per la condivisione del video.