Anche il personal branding è un’arte.
Quando ho iniziato a vedere connessioni tra il mondo della crescita personale e il marketing, non tutti erano d'accordo.
Nel mio percorso mi sono spesso trovata a suscitare perplessità : il marketing e la crescita personale sembravano universi separati.
Sono passati più di dieci anni da allora, e qualcosa è cambiato.
Oltre a me, ovviamente.
Oggi non sono più sola in questa visione: altre persone ne parlano, anche in Italia.
Un esempio è il lavoro di Enrico e Damiano di Sestyle.it, che trovo generosi, creativi e appassionati, sempre aggiornati.
Al principio ho preferito usare il termine “Self Marketing” invece di “Personal Branding”.
Perché questa scelta?
- “Personal Branding” mi suonava troppo autoreferenziale, quasi artificiale. Forse ero influenzata dal fatto che PB sono anche le mie iniziali!
- Nella crescita personale, il focus è spesso sul “SELF” – il nostro sé interiore.
- Nel marketing aziendale, il branding è una parte del tutto, non il contrario.
- In Italia, purtroppo, il concetto di branding è spesso confuso: si pensa al brand come a un logo o un nome, qualcosa di superficiale, un’etichetta per distinguere un prodotto dalla concorrenza. Ma il brand è molto di più.
- Anche solo l’idea di “marchio”, legata a bestiame o persone, mi è sempre sembrata violenta.
Una persona è molto più di un’etichetta.
È come un diamante, pieno di sfaccettature. Etichettarlo significa ridurlo, incasellarlo, rischiando di perderne la complessità .
Kierkegaard lo dice bene: “Se mi etichetti, mi annulli.”
Cosa c’è davvero dietro il termine “branding”?
È un mondo complesso, quasi come una matrioska. Pensiamo a concetti come:
- Brand Identity: ciò che il brand vuole comunicare.
- Brand Awareness: le attività per farlo conoscere.
- Brand Image: come viene percepito, che non sempre corrisponde all’identità desiderata.
- Brand Positioning: il suo posizionamento rispetto ai concorrenti.
- Brand Loyalty: la fedeltà del pubblico al brand.
- Brand Equity: è un vero patrimonio aziendale, composto da valori di marca, tratti distintivi, riconoscibilità , personalità di marca, coerenza, fedeltà alla marca, conoscenza di marca, qualità percepita, associazioni di marca etc.
Quindi, Self Marketing o Personal Branding?
Enrico e Damiano tracciano una linea chiara:
- Self Marketing è “solo” autopromozione.
- Personal Branding è un percorso di scoperta e consapevolezza.
E io credo che il contenuto di ciò che facciamo valga più del nome che scegliamo per definirlo. In fondo, che si tratti di terapia, counseling o marketing, tutto cambia in base a chi lo propone.
La Persona è centrale.
Il termine stesso, persona, deriva dall’etrusco φersu e dal latino personare, “parlare attraverso”. Indica la maschera teatrale, che amplificava la voce e dava forma al personaggio. Questo mi fa pensare che il nostro percorso – personale o professionale – sia come un viaggio dalla maschera al volto, dalla superficie alla sostanza.
E così ho sempre inteso il Self Marketing:
un processo , un percorso che parte dal nostro mondo interiore, dai nostri desideri, valori e unicità , per portarli all’esterno e condividerli.
Proprio come spiego spesso in aula la differenza tra marketing operativo e strategico:
- Uno è l’aspetto visibile, ciò che vediamo.
- L’altro è il lavoro nascosto, lo studio che crea connessioni, relazioni, valore.
Chiudo con una frase che ho trovato su una presentazione di Sestyle:
Tutti abbiamo un Brand Personale, che ne siamo consapevoli o meno. Intraprendere un percorso di consapevolezza migliora la conoscenza del diamante che sei e la tua vita.
E tu, quanto conosci il diamante che sei?