Avrete certamente già visto le opere di LIU BOLIN.
L'uomo invisibile. Non c'è bisogno di leggere cosa significa la sua arte, ci arriva, o almeno a me arriva, diretta alla pancia.
Ne parlo qui perché forse meglio di altri mi aiuta a descrivere quello che è il counseling, come aiuto e ascolto dell'uomo di oggi, sperso disperso in una moltitudine di simili coi quali non c'è una vera comunicazione, e il mondo che cambia, a una velocità vertiginosa e ci trascina.
Quello che esisteva già solo 40 anni fa, i nostri nuclei famigliari, le vicinanze, non esistono più, specie nelle grandi città .
E le nostre individualità sono disperse, lontane, dagli altri e da noi stessi.
Non possiamo udire la nostra voce perché non la usiamo più nell'incontro con l'altro.
Il bisogno di comunicare, di condividere, di scambiare, di essere importante, nel senso di persona che esiste, viene profondamente messo in pericolo.
Ecco che il counseling diventa il luogo di ascolto, dove riscoprirsi, ricomporsi, riflettere, riappropriarsi di se e di ritmi interiori.
L'arte, intesa come espressione artistica e dunque come ARTcounseling, è una possibilità ulteriore e diversa di poter rendere visibile ciò che è soffocato, accantonato, dimenticato, sconosciuto.
Nel venire alla luce, il nostro segno o il nostro grido, una nota o un immagine da incollare con le dita, ecco che ci riappropriamo del NOSTRO segno e senso di esistere.
Lascio finalmente le parole a lui, LIU BOLIN.
La Cina sta attraversando uno dei passaggi più drammatici della storia del mondo. L'accelerazione del cambiamento fa eco in tutta la nostra società e al di là dei nostri confini. Inevitabilmente il risultato cambia sia la stimolazione che il trauma.
Il passato sta scomparendo e il presente é in continuo mutamento. La Cina sta diventando sempre più dinamica via via che i concetti, le idee e la morale occidentali permeano il paese. Il risultato è una sorta di cultura bipolare. Poiché le infrastrutture fisiche e psicologiche della Cina vengono demolite, nuove infrastrutture sono costruite.
Non sappiamo per quanto tempo le vestigia del passato rimarranno. Questo nuovo orizzonte, costruito sia il vecchio e il nuovo, incute timore e intrighi. Tuttavia, è spesso troppo da sopportare. Come possiamo affrontare questo tipo di transizione? Come comunicare all'interno di questo caos? Come possiamo mantenere la nostra individualità ? Il mio soggetto assomiglia a un personaggio kafkiano ma è indebolito.
Egli è profondamente isolato e inconsapevole di ciò che lo circonda, un guscio senza un'anima. Si muove da un ambiente ad un altro, da un fondo ad un altro, ed è proprio come noi, il passaggio da un lavoro all'altro, da un luogo ad un altro ...
Tutti questi cambiamenti non hanno senso,ma ci danno la libertà e ci permettono di sfuggire alla reclusione e gli obblighi imposti dalla società .
Tuttavia, evitando gli oneri della società , anche le sue virtù sono distrutti. Nella mia fotografia, statue storiche, costumi e architettura diventano simboli di ciò che ci limita. Sto esprimendo il desiderio di rompere queste strutture.
Ritraggo soggetti che sembrano scomparire in queste strutture e diventano trasparenti.
Il soggetto viene rilasciato dal costrutti sociali ed egli è libero. Con la mia nuova serie di dipinti, che raffigurano le immagini dai media cinesi, è possibile vedere i problemi che deve affrontare la Cina di oggi. Vivere nella Cina rossa, sento che non sono in controllo della mia vita.
Tuttavia, ho un desiderio indescrivibile ardente dentro di me.
L'arte è un'arma che ci aiuta a districare il caos nella nostra vita.
Spero che le mie opere d'arte possano calmare gli animi durante questo periodo di continuo cambiamento, ma al tempo stesso, stimolare le persone a rivalutare il nostro ambiente e riconsiderare i problemi che sorgono nella nostra società .
In questo periodo di transizione, posso sentire la voce di sussurrare Amleto ", nel sonno della morte, quali sogni possano venire".
LIU BOLIN /// THE INVISIBLE MAN
Nato i Cina nel 1973. Vive e lavora a Beijing, Cina.
EDUCATION 1995 B.A., Shandong University of Arts, Jinan, China 2001 M.F.A., Central Academy of Fine Arts, Beijing, China
LIU BOLIN'S STATEMENT China is undergoing one of the most dramatic transitions in the history of the world. The acceleration of change echoes throughout our society and beyond our borders. Inevitably the changes result in both stimulation and trauma. The past is disappearing and the present is in constant flux. China is becoming more and more dynamic as Western concepts, ideas and morals permeate the country. The result is a kind of bipolar culture. As the psychological and physical infrastructures of China are demolished, new infrastructures are built. We do not know how long the vestiges of the past will remain. This new horizon, constructed of both the old and the new, inspires awe and intrigue. However, it is often too much to bear. How do we face this kind of transition? How do we communicate within this chaos? How do we maintain our own individuality? How do we break away from the past? The new China evolved from the experimental period of 1949 to 1976. In my photography, there are images of the Eastern Red train with peeling paint, a huge statue base missing the iconic statue, a wall with Mao’s words scrawled in temporary places using ephemeral materials… For a moment, our brain flashes the first sentence from the Communist Manifesto, “A specter is haunting Europe — the specter of communism.” My subject resembles a Kafkian character but he is weakened. He is profoundly isolated and unaware of his surroundings, a shell without a soul. He moves from one environment to another, from one background to another, and he is just like us, changing from one job to another, from one place to another… All of these changes are meaningless, but they give us freedom and allow us to escape the confinement and the duties imposed on us by society. However, by avoiding the burdens of society, his virtues are also destroyed. In my photography, historical statues, costumes and architecture become symbols of that which confines us. I am expressing the desire to break through these structures. I portray subjects that seem to disappear into these structures and become transparent. The subject is released from social constructs and he is free. With my new series of paintings, which depict images from the Chinese media, you can see the issues facing China today. Living in the red hot China, I feel that I am not in control of my own life. However, I have an indescribable burning desire inside of me. Art is a weapon that helps us untangle the chaos in our lives. I hope that my artworks can calm people down during this period of constant change, but at the same time, inspire people to re-evaluate our environment and reconsider the problems arising in our society. In this transition period, I can hear the voice of Hamlet whispering, “for in the sleep of death, what dreams may come.”
fonte su LIU BOLIN : Le Zebre bleu