Egregio Presidente Monti,
le sue parole sono dolore, umiliazione, rabbia per molte generazioni.
Quelle dei genitori, che hanno cresciuto con sacrifici i figli e li vedono avviliti ed in difficoltà per riuscire a utilizzare anche una laurea a pieni voti, conquistata in tempo o no, nessuna differenza.
Per riuscire ad avere un lavoro che restituisca loro dignità di persone.
Quelli che genitori non lo saranno mai, perchè non se lo possono permettere.
Per chi ha 44 anni come me, che un posto fisso lo aveva, ma si è fatta prendere dall'entusiasmo e dalla fiducia per la Sua Italia, convinta che con un curriculum manageriale internazionale, avrebbe trovato un posto in Patria.
Per i giovani allievi che ho avuto in vari anni di Master, ragazzi in gamba, che hanno studiato e fatto i camerieri per riuscire a mantenersi senza pesare troppo sulle famiglie di cui dicevo prima.
Li ho visti chiedermi conferme, di fiducia, che è vero professoressa che non ci vogliono le raccomandazioni?
Ed io ho risposto la verità . Non ne ho avuto bisogno, ma erano altri tempi.
E mi sono sentita vecchia, e incapace di poter offrire loro una speranza.
Ne ho visti tanti laureati, con competenze e personalità ricchissime, musicisti bi e trilingue, a cui hanno aggiunto nuovi studi ed esperienze e master, tornare a cercare lavoro, come se non avessero aggiunto nulla al loro curriculum che non un parcheggio carissimo ed ancora più doloroso nella ricerca del lavoro.
Ho visto cancellare esperienze dal curriculum, e me lo sono chiesta anche io se non fosse il caso di farlo, che il più onesto dei miei intervistatori in questi anni di ricerca - dal 2001 ad oggi, mi ha detto: non le posso offrire questo lavoro, lei scalpiterebbe dopo qualche mese.
Come dargli torto? E' la verità .
Una persona con tutte le esperienze in multinazionali, le lingue, le conferenze internazionali, quelle che Lei, Signor Presidente, conosce bene.
Io avevo costruito una carriera, ma poi ci ho creduto nell'Italia, e ci son tornata.
ed ho dovuto riniziare da capo, ed ogni giorno mi dico che ho sbagliato.
Non era una sfida al cambiamento quella decisione.
Era fiducia.
Pensavo di aver sufficienti motivazioni per poterlo essere.
Da dieci anni so invece quali conseguenze continuerà ad avere la mia decisione di allora.
Presidente, per citare ancora un altro presidente di quel paese in cui sono diventata dirigente a 33 anni solo grazie alle mie competenze, le mando il mio curriculum?
Paola Bonavolontà 5.2.2012
le sue parole sono dolore, umiliazione, rabbia per molte generazioni.
Quelle dei genitori, che hanno cresciuto con sacrifici i figli e li vedono avviliti ed in difficoltà per riuscire a utilizzare anche una laurea a pieni voti, conquistata in tempo o no, nessuna differenza.
Per riuscire ad avere un lavoro che restituisca loro dignità di persone.
Quelli che genitori non lo saranno mai, perchè non se lo possono permettere.
Per chi ha 44 anni come me, che un posto fisso lo aveva, ma si è fatta prendere dall'entusiasmo e dalla fiducia per la Sua Italia, convinta che con un curriculum manageriale internazionale, avrebbe trovato un posto in Patria.
Per i giovani allievi che ho avuto in vari anni di Master, ragazzi in gamba, che hanno studiato e fatto i camerieri per riuscire a mantenersi senza pesare troppo sulle famiglie di cui dicevo prima.
Li ho visti chiedermi conferme, di fiducia, che è vero professoressa che non ci vogliono le raccomandazioni?
Ed io ho risposto la verità . Non ne ho avuto bisogno, ma erano altri tempi.
E mi sono sentita vecchia, e incapace di poter offrire loro una speranza.
Ne ho visti tanti laureati, con competenze e personalità ricchissime, musicisti bi e trilingue, a cui hanno aggiunto nuovi studi ed esperienze e master, tornare a cercare lavoro, come se non avessero aggiunto nulla al loro curriculum che non un parcheggio carissimo ed ancora più doloroso nella ricerca del lavoro.
Ho visto cancellare esperienze dal curriculum, e me lo sono chiesta anche io se non fosse il caso di farlo, che il più onesto dei miei intervistatori in questi anni di ricerca - dal 2001 ad oggi, mi ha detto: non le posso offrire questo lavoro, lei scalpiterebbe dopo qualche mese.
Come dargli torto? E' la verità .
Una persona con tutte le esperienze in multinazionali, le lingue, le conferenze internazionali, quelle che Lei, Signor Presidente, conosce bene.
Io avevo costruito una carriera, ma poi ci ho creduto nell'Italia, e ci son tornata.
ed ho dovuto riniziare da capo, ed ogni giorno mi dico che ho sbagliato.
Non era una sfida al cambiamento quella decisione.
Era fiducia.
Pensavo di aver sufficienti motivazioni per poterlo essere.
Da dieci anni so invece quali conseguenze continuerà ad avere la mia decisione di allora.
Presidente, per citare ancora un altro presidente di quel paese in cui sono diventata dirigente a 33 anni solo grazie alle mie competenze, le mando il mio curriculum?
Paola Bonavolontà 5.2.2012
ciao Paola, grazie mille per la tua sincerità !
ci sono momenti in cui sono ottimista nei confronti del futuro del nostro Paese, altri in cui non vedo assolutamente vie d'uscita significative. Forse dovremo allargare i nostri orizzonti e fare del mondo la nostra casa, auguro a tutti i ragazzi che ora studiano di avere domani la facoltà , la coscienza e la forza di agire per un futuro ritenuto più arricchente...poi nessuno ha la sfera di cristallo per prevedere quello che succederà . ;) buon fine domenica^
Ciao Francesca
ci ho pensato su vari giorni sul pubblicarlo o meno.
ma a volte brucia troppo per restare zitti ancora
grazie per questo tuo commento e buona domenica a te
Ciao Paola.
Io secondo il presidente Monti, ho un lavoro monotono.
Nel privato, da oltre vent'anni.
E grazie a questo lavoro ho potuto fare progetti per il futuro e realizzarli.
Ora il mio lavoro mi porta a frequentare moltissime persone e tanti giovani.
A quest'ultimi non riesco mai a fare la domanda" progetti per il futuro?"
Mi si ferma in gola.
Perchè non avrebbero risposte da darmi.
E quando a loro racconto che ho iniziato a lavorare quasi subito, dopo gli studi, con contratto di lavoro a tempo indeterminato, mi guardano come se fossi un dinosauro.
Appartenente ad un'altra epoca.
Infatti è così.
Appartengo all'epoca in cui lavorare era una speranza concreta.
Non una chimera.
Inoltre con una laurea o meno, riuscivi a partire.
E l'azienda anche se non avevi esperienza, puntando su di te investiva anche sul suo futuro.
Cose di un altro mondo, insomma.
Buona serata.
Si Cara Mariella
apparteniamo a quell'era antica in cui le banche chiamavano ancora dalle liste dei laureati.
chissà cosa accadrà in futuro.
ed io comunque mi ritengo fortunata, ma è una pena guardarsi intorno
quello che mi fa più rabbia paolè è che, nonostante i progetti e le energie, spesso ci scontriamo con un muro di gomma fatto di lacci burocratici, governi che basta abbiano la sicurezza della poltrona ed il resto non conta, persone che ti dicono che siamo noi a non avere voglia di cambiare dall'alto della loro posizione (ti direi una frase un pò forte a riguardo ma meglio di no ;-) )ecco perlomeno io sento di appartenere ad una generazione con voglia di costruire ma che non può e non per propria volontà ....penso a chi non entra nel mercato del lavoro o a chi lo perde e non ci rientra...si perde il diritto alla costruzione della propria vita, alla scelta...e questo fa rabbia! francè (soleiris)
Francè
io il post più duro non posso scriverlo, ma nei commenti si.
mio padre, prendi un imprenditore del sud. tra la camorra e lo stato che paga dopo 200 giorni con bot, le tasse, le banche, le ipoteche sulla nostra casa.
sennò non riesci a lavorare, per quanto si riesce ad andare avanti così?
eppure in questa situazione, è grazie a lui che noi figli riusciamo a "campare" come si dice da noi.
ma non dovremmo essere in grado ora, di prenderci NOI cura di LUI?
esatto paolè ...oppure dover chiedere ai propri genitori per firmarti come garanti per prestiti o mutui...
Solè
della firma si può pure firmà , ma qua ci vuole l'accompagno!!
Penso che il problema sia intrinseco a noi, e che Monti et al. stiano solo dicendo banali verità ... Inaccettabili. Ma tu guarda e passa, perchè, nonostante ti sia sentita ferita, non parlavano a te e a come quelli come te, ma esattamente a quelli che ti impediscono di mostrare chi sei. esattamente al sistema tutto italiano che rischia di bloccare le persone che valgono e far procedere gli aumma aumma...
Ti abbraccio forte.
Difficile commentare questo post. Il fatto di non avere un lavoro che mi permetta di vivere autonomamente e di sognare, costruire il futuro mi sta facendo male. Mi sta spegnendo. Come tu sai, sicuramente non è solo questo ma un po' il "tutto" della mia vita. Però non avere questo, e avere pressioni da mia madre che proprio per questa mia "improfessionalità " mi ripete che sono una fallita e che l'ho delusa per tutti i sacrifici fatti, mi sta prosciugando perché non mi fa nemmeno godere di altro.
Oltre alla rabbia, all'amarezza ho paura. Paura per il mio futuro. ma tanta.
Ti stimo tanto e ti abbraccio
Zoe
comprendo.
anche a me capita, ma poi mi dico che non è giusto rinunciare, spegnersi, amareggiarsi.
questa è la nostra vita.
con o senza un lavoro.
e dunque la rabbia deve servire da motore, per distruggere e rialzarci, ma non per farci male dentro.
un abbraccione a te,
e ti aspetto sempre per quella mostra insieme...