La critica costruttiva è un abilità complessa che comprende
assertività , empatia, comunicazione, ascolto, gestione delle emozioni,
motivazione.
E’ un abilità di comunicazione, necessaria sia in campo relazionale che lavorativo, espressione della nostra capacità di esprimere i propri pensieri ed idee, di identificare ed esprimere le proprie sensazioni, di definire e rispettare i limiti nostri ed altrui, di comunicare ed ascoltare in modo aperto, diretto ed onesto.
Saper criticare costruttivamente è una espressione di intelligenza emozionale, concetto espresso per la prima volta da Daniel Goleman come un "modo particolarmente efficace di trattare se stessi e gli altri", la capacità di motivare se stessi, di persistere nel perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni, di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione, di modulare i propri stati d'animo "evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare, di essere empatici e di sperare."
Il ruolo di manager, insegnanti, genitori implica dover valutare ed/o intervenire sugli errori commessi da altri ed anche saper evidenziare ed esprimere i meriti o gli aspetti positivi.
Molti di noi non sanno come farlo, si sentono a disagio e evitano il confronto, fino a quando la situazione degenera ed esplode.
All’opposto ci sono persone che comunicano essenzialmente attraverso una critica costante e comprensiva di tutti e tutto.
Poche persone sanno criticare senza essere aggressivi o offensivi, pochi sanno ascoltare un commento su loro stessi senza sentirsi feriti ed colpiti nella propria autostima.
Si colpevolizzano o colpevolizzano l’altro in un circolo senza vincitori.
La critica costruttiva, adeguatamente utilizzata, serve per migliorare le prestazioni, relazioni e, in generale, il senso della nostra efficacia.
ph. Gilbert Garcin
E’ un abilità di comunicazione, necessaria sia in campo relazionale che lavorativo, espressione della nostra capacità di esprimere i propri pensieri ed idee, di identificare ed esprimere le proprie sensazioni, di definire e rispettare i limiti nostri ed altrui, di comunicare ed ascoltare in modo aperto, diretto ed onesto.
Saper criticare costruttivamente è una espressione di intelligenza emozionale, concetto espresso per la prima volta da Daniel Goleman come un "modo particolarmente efficace di trattare se stessi e gli altri", la capacità di motivare se stessi, di persistere nel perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni, di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione, di modulare i propri stati d'animo "evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare, di essere empatici e di sperare."
Il ruolo di manager, insegnanti, genitori implica dover valutare ed/o intervenire sugli errori commessi da altri ed anche saper evidenziare ed esprimere i meriti o gli aspetti positivi.
Molti di noi non sanno come farlo, si sentono a disagio e evitano il confronto, fino a quando la situazione degenera ed esplode.
All’opposto ci sono persone che comunicano essenzialmente attraverso una critica costante e comprensiva di tutti e tutto.
Poche persone sanno criticare senza essere aggressivi o offensivi, pochi sanno ascoltare un commento su loro stessi senza sentirsi feriti ed colpiti nella propria autostima.
Si colpevolizzano o colpevolizzano l’altro in un circolo senza vincitori.
La critica costruttiva, adeguatamente utilizzata, serve per migliorare le prestazioni, relazioni e, in generale, il senso della nostra efficacia.
ph. Gilbert Garcin
Non solo bisogna saper criticare in maniera costruttiva, ma bisogna anche saper accettare le critiche costruttive con lo spirito adatto. E' infatti fin troppo facile vedere persone che ad una critica costruttiva rispondono in maniera aggressiva, prendendola come una sorta di offesa personale.
Per questo, quando possibile, io evito di criticare: non voglio generare conflitti inutili. Quando lo faccio vado sempre con cortesia, portando le ragioni della mia critica, ma comunque con fermezza per far passare il messaggio.
le critiche "utili" sono utili a chi le fa e a chi le riceve.
ma non tutti hanno la maturità per saperle fare e saperle ricevere...
E a proposito del campo d'applicazione della critica? Cioè se qualcuno mi critica in quello che ritengo il mio campo, che sia costruttiva o distruttiva implica uno sgretolamento della sicurezza granitica, mentre se riguarda campi dove accetto di non essere un esperto l'accetto. Per cui criticatemi pure in quei settori nei quali so di non essere esperto, ma ben s'intende in maniera costruttiva.
Al di là di queste parole di celia, osservo spesso intorno a me (e anche su di me) come spesso la critica sia mal vista e mal sopportata, anche se chi te la fa fa un lunghissimo preambolo elogiativo. Che dipenda dalla sempre maggiore democraticità dei rapporti umani?
credo dipenda un pò da come siamo stati cresciuti, da quanto i nostri genitori ci facevano passare tutto o niente, da quanto - per quanto ci impegnavamo- c'era sempre qualche cos'altro da criticare e mai da elogiare.
e questo ha determinato una ipersensibilità alla critica, a cui si aggiunge il non saper criticare piuttosto diffuso, per cui le persone ti fanno o la filippica, o la battuta sarcastica e micidilmente cattiva, o l'aggressione etc.
così non serrve, e fa solo incavolare.
ma- se nel mio campo- il mio supervisore mi fa notare che sembro troppo semplificante perciò svalutante del vissuto che i miei clienti portano, quello è una critica (che pago pure per avere) che mi è di molto utile.
ho risposto utilmente?
:-)