Mi piace molto la schematizzazione, il processo dei "sei cappelli per pensare".
Mi ha consentito di comprendere come funziona il MIO processo creativo.
Come mi organizzo, cosa mi manca, quando devo preoccuparmi, quando no, soprattutto, una volta scoperto come abitualmente funziono, mi consente di ripetere ciò che è utile e cercare di modificare ciò che è inefficace.
Così, ad una settimana di distanza da un corso che è già pieno, mi trovo ad essere immersa - una volta avrei detto ancora- nella ricerca.
Ricerca di miti, di immagini, di dipinti, di parole.
Di riflessioni su cosa significa il fuoco per me, e cosa nella mia vita, in cosa mi spaventa e in cosa mi attrae.
Ad esempio mi accorgo che il mio processo creativo in questo momento è come andare per i boschi per cercare la legna, e iniziare a scegliere gli alberi e parlare con loro.
Non sono vicina neanche ad aver tagliato la legna o accatastarla.
Il processo di ricerca inizia nei boschi, così riuscirà a portare anche il profumo delle resine e dell'erba, dell'oscurità e del sole che nasce tra i rami.
So che sto vagando con il mio cappello bianco e so che ad un certo punto tutte le informazioni comporranno un disegno nuovo, un ordine nuovo, dal caos.
Personaggi lontanissimi nel tempo, Eraclito, Jung, codici colori diversi, mi fanno compagnia nei giorni, mi suggeriscono idee, mi sussurrano parole.
Domande, nuove inquietudini.
Il fuoco è vita. Trasformazione. Calore.
Io non potrei mai vivere senza il sole o senza il calore di un abbraccio.
Lego i miei significati a quelli che appartengono all'umanità tutta.
Di freddo o di mancanza d'amore si muore.