La mia lezione totalmente in inglese al Campus americano è stata... faticosa.
Le differenze interculturali si sentono e si vedono.
Una domanda come "mi parli di lei" per loro é troppo destrutturata, non l'hanno mai sentita!
I ragazzi americani a vent'anni hanno già nel loro cv esperienze in azienda, stage estivi che sono a tutti gli effetti dei lavori interessanti.Per me è stato ovvio ed automatico il confronto con le classi di italiani, che arrivano agli stage molto più adulti, chi lavora mentre fa l'università lo fa di solito per necessità .
Gli italiani improvvisano, gli americani seguono una struttura.
Mi pare un punto di forza e di debolezza sia degli uni che degli altri.
Un allieva racconta che le aziende americane proprio non vogliono sentire i tuoi punti di debolezza, ed è un discorso triste, come se non si potesse accettare l'umanità e l'imperfezione delle persone.
Tutto sempre perfetto, in perfetto imperfettissimo cioè - stile americano.
Un altro allievo afferma che è ovvio in un colloquio parlare dei propri punti di debolezza che possono sembrare anche dei punti di forza e udite udite - il sostegno dell'affermazione é ODC -una sigla per un disturbo di personalità - quanto a dire posso essere pazzo, ma almeno la mia pazzia torna utile al lavoro!
Chiedo una mini presentazioni di ognuno- in gergo si chiama 30" commercial o elevator speach.
Gli italiani per lo più preparano il discorso e lo provano per la prima volta in classe con me.
Gli americani - di dieci anni circa più giovani della media dei miei allievi italiani- hanno già tutto pronto e iniziano a recitare il discorsetto come una pubblicità .
Ricorro allora ai miei strumenti artistici per far si che producano qualcosa di nuovo, utile per se, reale e non preconfezionato.
Così l'atmosfera si fa più incerta, il terreno è nuovo, troppo nuovo.
Anche se come sempre si parla di se, dei propri punti di forza e dei propri punti di debolezza.
I creativi e le persone che avevano creato la pubblicità come specchio reale del mondo interno se la cavano egregiamente.
Il resto è banale e falso. Poco interessante, senza spessore.
Posizionarsi non è solo farsi notare. Ma desiderare.
Creare una posizione chiara unica e desiderabile.
Chiedetevi per cosa volete essere ricordati, riconosciuti e notati.