Alcune cose appaiono immediate, altre hanno bisogno di decantare qualche ora, altre ancora vengono a bussarci alla porta delle nostra casa interiore anche dopo qualche giorno.
Ai partecipanti dell'esperienziale "6 cappelli per pensare" ho chiesto cosa vi portate a casa, cosa avete imparato oggi?
E così faccio anche io che ormai sono abituata a prendere anche per me un pezzettino di ciò che chiedo agli altri.
Io ho avuto delle conferme.
Che ogni persona può essere creativa se solo viene accolta in un clima facilitante, che lo rassicura che non verrà giudicato, che qualsiasi risultato è interessante per il processo che l’ha creato, e che riflettendo sul processo possiamo imparare qualcosa in più su come funzioniamo, e perciò ce lo possiamo riprendere ogni volta che lo desideriamo.
Che ogni persona può essere creativa se solo viene accolta in un clima facilitante, che lo rassicura che non verrà giudicato, che qualsiasi risultato è interessante per il processo che l’ha creato, e che riflettendo sul processo possiamo imparare qualcosa in più su come funzioniamo, e perciò ce lo possiamo riprendere ogni volta che lo desideriamo.
Ho imparato che stare tutti insieme per terra, su cuscini colorati, senza scarpe, con calzini comodi e copertine morbide, rende tutti più disponibili e uguali.
Non si sentono le differenze tra chi dirige, il corso o la struttura.
Non c’è necessità di fornire interpretazioni, di mostrarsi diversi da ciò che si sente in quel momento.
Il processo fornisce un flusso di sorgente, che consente alle persone di esprimere la propria forma, trovare i propri gesti, sprizzare in altro e riposarsi quando necessario.
Un corso esperienziale è come far suonare, risuonare, armonizzare le persone dentro di loro e tra loro.
Lasciare che si lascino ascoltare dagli altri o stiano in silenzio ad ascoltare se.
E scoprano, nel silenzio o nel confronto la propria bellezza e complessità , e producano armonia.
p.s. e che anche 7 ore volano quando si sta bene.
p.s. e che anche 7 ore volano quando si sta bene.