Ai miei allievi raccomando sempre di arrivare preparati ad un colloquio di lavoro.
Cercare di conoscere chi incontrerai, di capire che tipo di azienda, di cultura, di persone predilige.
E' semplice oggi, quasi tutti hanno un sito aziendale, con google si digita il nome dei selezionatori fino a poterne anche scoprire gusti personali ed hobbies.
Questo fa si che potremo costruire un discorso sulle basi comuni e proporre la nostra candidatura come un tassello utile al completamento di quella struttura per qualcosa che c'è e qualcosa di diverso che si offre.
Prepararsi vuol dire anche sapersi presentare al meglio, aver provato un discorso base da adattare nella realtà, ma che per il solo fatto di aver provato sarà più efficace.
E dopo, invece di flagellarsi con i "avrei dovuto", scrivere le domande, specie quelle che ci hanno messo in difficoltà e come rispondere la prossima volta che ne avremo l'opportunità.
Solo così facciamo tesoro dell'esperienza.
Anche se i mannaggia ce li diciamo sempre, perché le scale non potevamo prevederle e siamo (sono) arrivata sopra col fiatone, perché nella piacevolezza dell'incontro forse ho raccontato più come lavoro, di una parte sola degli strumenti che uso piuttosto di cosa so e potrei fare.
Ho fiducia della comunicazione tra gli inconsci, che si saranno raccontati quello che ho dimenticato di dire.
Cercare di conoscere chi incontrerai, di capire che tipo di azienda, di cultura, di persone predilige.
E' semplice oggi, quasi tutti hanno un sito aziendale, con google si digita il nome dei selezionatori fino a poterne anche scoprire gusti personali ed hobbies.
Questo fa si che potremo costruire un discorso sulle basi comuni e proporre la nostra candidatura come un tassello utile al completamento di quella struttura per qualcosa che c'è e qualcosa di diverso che si offre.
Prepararsi vuol dire anche sapersi presentare al meglio, aver provato un discorso base da adattare nella realtà, ma che per il solo fatto di aver provato sarà più efficace.
E dopo, invece di flagellarsi con i "avrei dovuto", scrivere le domande, specie quelle che ci hanno messo in difficoltà e come rispondere la prossima volta che ne avremo l'opportunità.
Solo così facciamo tesoro dell'esperienza.
Anche se i mannaggia ce li diciamo sempre, perché le scale non potevamo prevederle e siamo (sono) arrivata sopra col fiatone, perché nella piacevolezza dell'incontro forse ho raccontato più come lavoro, di una parte sola degli strumenti che uso piuttosto di cosa so e potrei fare.
Ho fiducia della comunicazione tra gli inconsci, che si saranno raccontati quello che ho dimenticato di dire.