Al gruppo che ho facilitato domenica, ho chiesto quali ingredienti hanno permesso di accedere a nuove competenze, personali e professionali.
La prima risposta di tutti è stata il NON GIUDIZIO.
Questa l'immagine simbolo: che ne dite...vivremmo tutti meglio mettendo alla porta le pistole del giudizio?
La premessa ed il mio invito era stato di lasciarsi andare, coinvolgersi nel gioco, perché ad ogni fase di Tuckman corrispondeva una o più metafora ludica.
Il gioco è infatti la prima forma di apprendimento che ognuno sperimenta nell'esistenza, è universale, favorisce le relazioni di gruppo e l’interazione; è comunicazione, facilita e stimola la crescita dell’individuo.
Ma gli adulti per poter giocare hanno bisogno di rassicurazioni.
Si sono "permessi" di giocare proprio allentando il giudizio.
Sentirsi giudicati, giudicare è faticoso ed inibente.
Abbiamo utilizzato la critica costruttiva, com'è ovvio, quando è servita.
Che nella vita per crescere noi e vivere meglio BISOGNA esprimersi e fingere che vada tutto bene fa male all'autostima (anche) e al clima del gruppo in cui viviamo (perché le emozioni negative trovano un modo diverso e magari esplosivo o implosivo per uscire).
Ecco che la critica costruttiva costruisce, il giudizio demolisce, noi e gli altri.
E se vi state chiedendo che ce ne frega di come si costruisce un gruppo (team building) e come si lavora insieme (team working) e come si arriva ad una performance di eccellenza (team performance) ...
anche la nostra famiglia è un gruppo. Tutti viviamo in gruppo.
Primari e secondari.
Nel gruppo possiamo soddisfare il nostro bisogno di appartenenza, di stima e di realizzazione oltre quello di trascendenza ovvero la tendenza ad andare oltre se stessi, per sentirsi parte di una realtà più vasta, anche cosmica o divina.
Per Maslow, psicologo, il soddisfacimento graduale dei bisogni porta alla piena realizzazione delle potenzialità personali, evitando stress, apatia e in ultima analisi l’insorgere della patologia.
Vivere bene nei gruppi di cui facciamo parte ci mantiene sani come individui.
La prima risposta di tutti è stata il NON GIUDIZIO.
Questa l'immagine simbolo: che ne dite...vivremmo tutti meglio mettendo alla porta le pistole del giudizio?
La premessa ed il mio invito era stato di lasciarsi andare, coinvolgersi nel gioco, perché ad ogni fase di Tuckman corrispondeva una o più metafora ludica.
Il gioco è infatti la prima forma di apprendimento che ognuno sperimenta nell'esistenza, è universale, favorisce le relazioni di gruppo e l’interazione; è comunicazione, facilita e stimola la crescita dell’individuo.
Ma gli adulti per poter giocare hanno bisogno di rassicurazioni.
Si sono "permessi" di giocare proprio allentando il giudizio.
Sentirsi giudicati, giudicare è faticoso ed inibente.
Abbiamo utilizzato la critica costruttiva, com'è ovvio, quando è servita.
Che nella vita per crescere noi e vivere meglio BISOGNA esprimersi e fingere che vada tutto bene fa male all'autostima (anche) e al clima del gruppo in cui viviamo (perché le emozioni negative trovano un modo diverso e magari esplosivo o implosivo per uscire).
Ecco che la critica costruttiva costruisce, il giudizio demolisce, noi e gli altri.
E se vi state chiedendo che ce ne frega di come si costruisce un gruppo (team building) e come si lavora insieme (team working) e come si arriva ad una performance di eccellenza (team performance) ...
anche la nostra famiglia è un gruppo. Tutti viviamo in gruppo.
Primari e secondari.
Nel gruppo possiamo soddisfare il nostro bisogno di appartenenza, di stima e di realizzazione oltre quello di trascendenza ovvero la tendenza ad andare oltre se stessi, per sentirsi parte di una realtà più vasta, anche cosmica o divina.
Per Maslow, psicologo, il soddisfacimento graduale dei bisogni porta alla piena realizzazione delle potenzialità personali, evitando stress, apatia e in ultima analisi l’insorgere della patologia.
Vivere bene nei gruppi di cui facciamo parte ci mantiene sani come individui.