La motivazione determina il comportamento verso uno scopo e verso la soddisfazione di bisogni di socializzazione, di individuazione, di realizzazione personale, rendendo applicabile la piramide motivazionale a tutte le abilità e capacità di una persona, ad esempio al lavoro:
- trovare un’occupazione che garantisca la sopravvivenza: bere, mangiare, dormire;
- il lavoro come sicurezza, fisica ed emotiva;
- il lavoro come appartenenza ad un gruppo sociale (bisogno associativo);
- il lavoro come bisogno di individuazione sociale, di stima e autostima: il bisogno di avere un'immagine positiva di se stessi, di apprezzarsi e di essere apprezzati dagli altri, prestigio sociale, status;
- il lavoro come fonte di autorealizzazione del proprio potenziale e crescita personale; come l'esigenza di realizzare la propria identità e di portare a compimento le proprie aspettative.
Prima un lavoro; poi aspiriamo ad essere confermati con un contratto a tempo indeterminato.
Raggiunta la sicurezza, vorremmo un aumento di stipendio, poi ancora sentirci parte integrante dell’ambiente dove trascorriamo sempre più di otto ore lavorative.
Quando questa base sarà acquisita vorremmo occuparci di altro, essere promossi ed avere anche l’auto aziendale, poi crescere ancora, sentirci stimolati dal lavoro e sapere che ciò che facciamo ha un senso.
Ognuno di questi bisogni assorbe la nostra motivazione, magari in ordine diverso, perché anche quando applicata all'occupazione la piramide può presentarsi rovesciata:
fare l’attore o l’artista può rappresentare una forte tensione all’autorealizzazione, senza avere certezza del soddisfacimento dei bisogni di base.
“Configurazione organizzata di esperienze soggettive, che consente di spiegare l’inizio (perché), la direzione (modalità di procedere), l’intensità (qualità nell'insistere) e la persistenza (quantità dell’insistere, in termini di tempo) di un comportamento diretto ad uno scopo.” (De Beni & Moè, 2000)