Natale, per me, è sempre stato un periodo di domande.
Puoi riempirti di palle, luci e stelle, ma le domande restano lì, appese come un altro tipo di decorazione.
E se le domande che ci facciamo potessero davvero cambiare il nostro umore, e finanche le opportunità che vediamo?
E' proprio così. Possono.
Le domande che rivolgiamo agli altri costruiscono o distruggono ponti.
ALLARGARE IL VOCABOLARIO INTERIORE
Se il "perché" tende a scavare nel passato alla ricerca di colpe o giustificazioni, possiamo arricchire il nostro dialogo con altri tipi di domande.
Nota cosa cambia dentro di te quando cambia la domanda.
Forse, il regalo che possiamo farci non è qualcosa da scartare, ma un nuovo modo di conversare con la persona con cui passeremo sempre il Natale: noi stessi.
E tu, che tipo di domande ti porti appresso in questi giorni?
Ma quelle che rivolgiamo a noi stessi costruiscono il mondo in cui abitiamo 24 ore al giorno.
Siamo con noi stessi sempre. Come ci parliamo se non è tutto, è tanto.
LA TRAPPOLA DEL "PERCHÉ"
Prendiamo le classiche:
"Perché capitano tutte a me?"
"Perché proprio io?"
"Perché sono sempre in ritardo?"
"Perché non riesco a lavorare su ciò che dico di volere?"
Queste domande che iniziano con "perché" spesso sono un vicolo cieco.
Siamo con noi stessi sempre. Come ci parliamo se non è tutto, è tanto.
LA TRAPPOLA DEL "PERCHÉ"
Prendiamo le classiche:
"Perché capitano tutte a me?"
"Perché proprio io?"
"Perché sono sempre in ritardo?"
"Perché non riesco a lavorare su ciò che dico di volere?"
Queste domande che iniziano con "perché" spesso sono un vicolo cieco.
Sono giudicanti, indagatorie, e raramente portano a soluzioni.
Ti sei mai risposta con un "perché" che ti abbia davvero fatto muovere un passo in avanti? O ti ha solo inchiodata nello stesso posto, con un peso in più?
ALLARGARE IL VOCABOLARIO INTERIORE
Se il "perché" tende a scavare nel passato alla ricerca di colpe o giustificazioni, possiamo arricchire il nostro dialogo con altri tipi di domande.
È come avere più chiavi per aprire porte diverse.
Ecco le mie preferite:
DOMANDE CHE INIZIANO CON "COME"
Esempio:
Ecco le mie preferite:
DOMANDE CHE INIZIANO CON "COME"
Esempio:
"Come potrei organizzare la prossima settimana per sentirmi più in pace?"
Cosa fanno: Spostano l'attenzione sul processo, sul passo successivo.
Cosa fanno: Spostano l'attenzione sul processo, sul passo successivo.
Sono operative, non giudicanti.
DOMANDE CHE INIZIANO CON "COSA"
Esempio: "Cosa mi farebbe piacere fare oggi, anche solo per 10 minuti?"
Cosa fanno: Cercano informazioni concrete e bisogni immediati.
DOMANDE CHE INIZIANO CON "COSA"
Esempio: "Cosa mi farebbe piacere fare oggi, anche solo per 10 minuti?"
Cosa fanno: Cercano informazioni concrete e bisogni immediati.
Ti riportano al presente, al fattuale.
DOMANDE CHE INIZIANO CON "COSA SUCCEDEREBBE SE..."
Esempio: "Cosa succederebbe se per oggi smettessi di giudicarmi per quella cosa?"
Cosa fanno: Attivano la creatività e aprono scenari nuovi. Sgretolano l'idea che esista un'unica realtà possibile.
SPERIMENTA
DOMANDE CHE INIZIANO CON "COSA SUCCEDEREBBE SE..."
Esempio: "Cosa succederebbe se per oggi smettessi di giudicarmi per quella cosa?"
Cosa fanno: Attivano la creatività e aprono scenari nuovi. Sgretolano l'idea che esista un'unica realtà possibile.
SPERIMENTA
Per questo Natale, fai un esperimento.
La prossima volta che senti salire su una domanda "perché",
sostituiscila con una "come", una "cosa" o una "cosa succederebbe se...".
La prossima volta che senti salire su una domanda "perché",
sostituiscila con una "come", una "cosa" o una "cosa succederebbe se...".
Nota cosa cambia dentro di te quando cambia la domanda.
Forse, il regalo che possiamo farci non è qualcosa da scartare, ma un nuovo modo di conversare con la persona con cui passeremo sempre il Natale: noi stessi.
E tu, che tipo di domande ti porti appresso in questi giorni?




